“Incazzatevi”. Questo è il monito che Philippe Daverio lancia ai giovani presenti ieri a Palazzo Orsini, nella sala del sindaco di Galatina.
Durante la conferenza riservata ai giornalisti, il critico d’arte intona il suo requiem polemico contro le politiche culturali adottate dall’Italia negli ultimi decenni.
In particolar modo, ricorda ai più giovani che la nostra penisola è stata vittima, dal dopoguerra ad oggi , di una selvaggia cementificazione che ha colonizzato l’architettura e le coscienze del paese. Daverio tesse abilmente una tela nella quale la “Lectio Magistralis” sulla Basilica di S. Caterina d'Alessandria rappresenta, allo stesso tempo, la cornice e il dipinto.
La cornice si limita a circoscrivere l’eccezionalità di un evento che esalta la bellezza di un mosaico artistico e antropologico, voluto da Maria d’Enghien e realizzato in una parte remota del sud Italia
Il dipinto, invece, si condensa in quel moto rivoluzionario nel quale Philippe Daverio confida e nel quale intravede un nuovo rinascimento, etico ed estetico.
La lezione di Maria d’ Enghien è ripresa e reinterpretata da Philippe Daverio, il quale, da filo-europeista e visionario, intravede nella Basilica un “punto di origine” su cui potranno convergere, un giorno, civiltà europee e orientali.
Il miracolo di questa Basilica, probabilmente, risiede proprio nelle idee, anche utopiche, che la sua bellezza riesce a generare; fino ad oggi, questo luogo ha rappresentato un avamposto artistico singolare e pionieristico, amato e studiato da intellettuali come Philippe Daverio o Vittorio Sgarbi.
Ma ora starà a noi rendere un semplice avamposto una nuova avanguardia.