Federico Rampini viene a parlare proprio a Lecce degli errori storici della sinistra italiana e lo fa con l'onorevole Massimo D'Alema reduce, insieme al Pd leccese, dalla eclatante sconfitta delle amministrative (ed anche in questo caso ci saranno stati non pochi errori). "Alla mia sinistra. Lettera aperta a tutti quelli che vogliono sognare con me" del giornalista scrittore rispecchia pienamente la situazione attuale (ereditata dal passato) non solo in Italia, ma anche in Puglia e nel Salento. E se Rampini indica nel "liberalismo" l'ostacolo più grande della sinistra, nei fatti concreti D'Alema prende le distanze dalla imbarazzante sconfitta di Loredana Capone e dalle profonde crepe che nel suo partito si sono aperte: "Non spetta a me -ha dichiarato ai nostri microfoni- io sono qui, partecipo ai dibattiti, ma non ho il compito di risollevare il partito dalle macerie". E la domanda mi sorge spontanea: ma D'Alema non è uno dei big nazionali del Pd? E non dovrebbe guidare i suoi rappresentanti locali? Comunque sia la sala, presso le Officine Cantelmo, era affollatissima e tutti i presenti, con Rampini, si sono fermati a riflettere sulle occasioni perse nel Paese dalla sinistra italiana. "Alla sinistra -dichiara Rampini- indico le possibili vie d'uscita attingendo alle mie esperienze nelle nazioni emergenti, dall'Asia al Brasile: perché non possiamo farci risucchiare in una sindrome del declino tutta interna all'Occidente".