Vendola rilancia le primarie, Bersani insiste sul nuovo Ulivo

Se per il governatore pugliese la consultazione popolare rappresenta la linfa fondamentale contro qualunque pratica politicistica che mette al centro “reticoli alleanzistici”, il leader del Partito democratico spiega che il progetto da lui avanzato è il superamento definitivo dell'Unione ed è il contrario di un'ammucchiata: «Sono tutte energie positive che non devono ripiegare ma essere messe in una proposta positiva, di movimento».

Ma Nichi Vendola, tornato a Bari dopo la pausa estiva, torna a guardare con insistenza Roma e alla sua candidatura a premier. «Le primarie –assicura- aiutano tutti quanti noi a non aver paura, a sentirci alleati di un popolo prima che alleati tra ceti politici».
«La battaglia non è semplice, l'avversario è forte e ci saranno giornate sì e giornate no ma non dobbiamo deprimerci». Così invece Pier Luigi Bersani sprona militanti e dirigenti del Pd, ammettendo che il premier Silvio Berlusconi sia ancora forte e individuando il rischio che «in questa fase di pericolo o ne esce l'alternativa o si rischia l'imbarbarimento».

Ma le alternative di progetto secondo il leader nazionale di Sinistra ecologia e libertà si rendono sempre più forti «uscendo dal recinto della lotta politica fatta in forma di anatema, contumelia e volgarità. Penso che questo possa far bene alla democrazia e al nostro spirito pubblico». E a proposito dell'invito più volte fatto dal presidente Napolitano di abbassare i toni della politica il presidente della Regione Puglia ribadisce: «La violenza verbale ha contraddistinto il protagonismo dei ministri più importanti del governo Berlusconi, una violenza verbale che ha messo anche a rischio gli interessi del Paese. Ovviamente se si abbassano i toni e si innalzano i pensieri il Paese non potrà che trarne giovamento».

«Penso che quella che comincia è la stagione dei rendiconti, la fine delle favole e l'inizio di un confronto anche molto duro con la realtà. Ma la realtà del dolore sociale prima o poi bussa alla porta della politica. Quelli che non intendono aprire quella porta sono destinati a perdere». Vendola, in particolare, pensa che in Puglia, nel Sud, in Italia «sia necessario aprire la stagione della verità».

La stagione - aggiunge - «della capacità di affrontare i nodi sociali ed economici di una crisi che attraversa in maniera talvolta molto dolorosa apparati produttivi, piccolissime aziende, e che travolge la vita di milioni di italiani. I dati in crescita della povertà ci dicono che questa sofferenza sociale non può essere considerata come un dato ornamentale di vacui discorsi sociologici».

La povertà, secondo Vendola, «è un dato strutturale dell'Italia, dell'Europa e penso - afferma - che le politiche che vanno messe in campo debbano avere come priorità la lotta per la tutela delle persone, dei bambini, dei vecchi, delle famiglie. E che la povertà chieda non azioni di carità pelosa ma politiche sociali, diritti e reddito per i ceti medio-bassi. Dentro questa condizione di disagio sociale - continua - penso che sia particolarmente desolante il quadro della crescente forbice tra Nord e Sud del paese».

Sul disagio sociale e sulla sfiducia dei cittadini italiani s’incontrano le strade e i pensieri di Vendola e Bersani. Il segretario del Pd ammette:«C'è un vasto mondo anche dal lato del centrosinistra che ha perso fiducia nel cambiamento. Dobbiamo riprendere questa fiducia e mettere in positivo questa energia. Siamo per ora un pò al politichese ma approfitterò delle feste del Pd per spiegare il progetto, che cos'è il patto con il paese e dire la nostra su lavoro, fisco, giustizia».

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