Attentato alla scuola "Morvillo Falcone" di Brindisi: la paura dopo la tragedia

"Non dovevano colpire i giovani. Non dovevano farlo. Assassini. Sono degli assassini. Siamo sconvolti. Spaventati. Cosa c'è dietro a tutto questo?". Sono le emozioni, la rabbia, il dolore dei cittadini a parlare e a scandire attimo dopo attimo, una mattinata iniziata con una tragedia. Una scuola, gli studenti pronti ad entrare in classe e poi l'esplosione. Gli ordigni, collegati a bambole di gas, erano nascosti in un cassonetto. Muore una ragazza, accanto altri feriti ed è il caos. Così viene colpita una città, Brindisi e tutto il Paese. La notizia corre e percorre, in poche ore, l'intera nazione, fino a risuonare anche all'estero. Un attentato all'Istituto professionale "Morvillo Falcone", poco più il là il Tribunale. Una ferocia mai vista prima, tale da lasciare senza parole, sotto shock tutti. Si fermano di colpo, di fronte l'Istituto, i motori della Caravona Antimafia che oggi più che mai vive la sua giornata di lotta. E mentre gli investigatori scandagliano tutta la zona, si pronunciano parole forti e che spaventano la persone che stanno a guardare in silenzio: la mafia, la sacra corona unita, avvertimenti. "Abbiamo bisogno di capire chi è il nostro nemico per non inseguire un fantasma. Capire chi ha ordito una strage di ragazzini". Così il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola che avverte: "Questi assassini verranno fermati". "La pista a sfondo mafioso, al momento, mi appare come la più attendibile. Lo dico per il luogo e la tempistica con cui è avvenuto: la scuola intitolata a Francesca Morvillo e la giornata di commemorazione delle stragi mafiose mi fanno pensare a questo". Lo ha detto Alfredo Morvillo, procuratore a Termini Imerese e fratello di Francesca Morvillo, la moglie di Falcone uccisa nella strage di Capaci a cui è dedicata la scuola, proprio quella scuola che aveva vinto un concorso sulla legalità.