#Peggiomisento: SII... VIAGGIARE!

SII… VIAGGIAREEE!
(perché partire è un po' morire!... o sparire?!.... o dormire?!....)

Come un cagnaccio costretto dal proprio padrone all’interno di un recinto elettrificato, con il sopraggiungere dei primi tiepidi pomeriggi quasi-primaverili, con l’allungarsi delle giornate ed il programmato cambio di stagione dell’armadio, mi sento così. E’ tutto un risvegliarsi di sensi, ringhio e sbavo come il nostro Fido dopo i tristi mesi invernali (giornate uggiose/piovose/ventose) e sboccia come un petaloso (eh..., la dovevo infilare da qualche
parte questa chicca della Crusca…) fiore di campo la mia voglia di viaggiare: VOGLIO PARTIRE!

Accompagnando il mio piccoletto al nido questa mattina, ho incrociato un paio di amiche e, chiacchierando del più e del meno, mi si è piantato in testa il più classico dei chiodi del viaggiatore: scegliere la destinazione delle vacanze estive, una delle attività più complicate, impegnative ed ansiogene che mente umana possa partorire.
Ho già detto nella scorsa puntata, miei affezionati lettori, che la città in cui vivo è la città in cui ho scelto di vivere da ormai più di vent'anni. Non sono qui per caso ma mi sento a volte una turista in transito, di passaggio come in un centro di accoglienza temporanea.

Essere turisti non è per forza valigie & check-in. A volte l’idea del viaggio risiede nelle parti più recondite della nostra testa e viaggiare non è necessariamente il doversi spostare fisicamente armi e bagagli al seguito, scegliendo tragitto, mezzi di locomozione e compagni di viaggio. A volte basta spostarsi di pochi km. sul territorio, per sentirsi dei turisti veri e propri: scovare un posticino carino, ordinare una “canadese” in un baretto di paese, rimanere a dormire senza preavviso in una locanda… Sono i miei preziosi “secret places” sperduti nella campagna salentina.

Qui però non parliamo di gite fuori porta e, allora…
Ma che tipo di viaggiatori siamo? Last-minute? Viaggio organizzato? O filosofo radical-chic che “l’attesa del viaggio è essa stessa viaggio…”?

1 Il tipo “NIENTE AL CASO, TUTTO IN ORDINE”

Programma come un contabile del catasto tutto e nulla gli sfugge: questa specie di viaggiatore-spazzolatore-di-espositori-di-depliant-patinati-da-agenzie-viaggio, legge, si informa, colleziona DVD demodé che non vedrà mai.
Prevedibile come il dopo-sbornia, segna orari di voli, tram, autobus, stila liste di ristoranti, bar, botteghe, riservandosi di filmare ogni singolo posto per il temibile filmino-fiume delle vacanze da propinare alla nonna al suo ritorno. Archivia sotto: Poi non parte mai…

2 Il tipo da "KEMPING"

Poi c'è il tipo da camping, che vuole rivivere l’indimenticabile esperienza della sua brufolosa adolescenza, di quando era meno inbranato a piantare i pali negli appositi buchi (ehm, …..), delle zip aperte e chiuse (ari-ehm… intendo, della tenda-igloo) e del sottofondo notturno bonghista. I camping sono microcosmi da studiare che neanche un entomologo…. (come noto, i soggetti nel camping comunicano tra loro mediante l’emissione di particolari sostanze al profumo di rosmarino...)
Archivia sotto: vacanza da bagno chimico

3 Il tipo “ALL INCLUSIVE”

Questo è il tipico soggetto da “…ma vuoi metter la co-mo-di-tà (va sillabato ben bene) di una lussuosa crociera evergreen nel Mediterraneo?” Foto-ricordo con l’impomatato comandante, coccolati servilmente dal personale di bordo, nelle orecchie il romanticissimo sottofondo musicale di "Love Boat". A fine viaggio avrà consumato i morbidi mocassini “collezione yacht” sui tappeti pregiati degli infiniti corridoi, impiegando tutto il tempo scendendo dal Ponte A al Ponte C con indosso abiti stile marinaretto caprese, sapientemente scelti ed acquistati per l'occasione. Archivia sotto: bevande escluse

4 Il tipo “Into the wild”

Inquietante ed alternativo, una via di mezzo tra il compulsivo e l'ossessivo. Valigia semi-vuota e bibbia Routard, ha appena scaricato 3 app in lingua originale per essere super informato sulla storia dei luoghi dagli ominidi ai giorni d'oggi. Allergico ai posti affollati, solo alberghi con max 10 stanze, spera nel maltempo per veder di fila MOMA, MAMA e MEMA e rinchiudersi in un lurido (“ma così autentico…”) pub di periferia per sentirsi un “local”, finendo col guardarsi in cagnesco con altri 10 italiani inquietanti ed alternativi, una via di mezzo tra il compulsivo e l'ossessivo, valigia semi-vuota e bibbia Routard. Archivia sotto: molto pittoresco

Non so voi, ma io di solito opto per lo stile “curioso ma con tranquillità”, perché non c'è mai abbastanza tempo per poter scoprire totalmente il posto in cui siamo diretti ma è anche bello farsi sorprendere dagli imprevisti, perdersi in quella strada senza uscita di quel particolare pomeriggio e scoprire per caso che dietro quel portone così ordinario è ben nascosto quello che non ti saresti mai immaginato. A me piace così, viaggiare spesso stupendomi spessissimo.

E tu che tipo di viaggiatore sei?

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