Grotta dei Cervi: 46° anniversario

Bisogna immaginare questi ragazzi sul pianoro di Badisco, 46 anni fa, quando l'unico strumento per andare fino in fondo alla memoria della terra era per loro una scaletta a corda, una piccola torcia, mezzi di fortuna sommati ad una strana sincronia, il foro trovato praticamente per caso, poi gli scavi, quindi il tesoro. La scoperta della Grotta dei Cervi a Badisco, a 6 chilometri da Otranto, ieri ha compiuto ben 46 anni, tanto tempo è trascorso da quella notte in cui un gruppo di giovani speleologi - cinque ricercatori del gruppo speleologico "Pasquale De Lorentiis" di Maglie: Severino Albertini, Remo Mazzotta, Daniele Rizzo e Enzo Evangelisti - un luogo simbolo della preistoria non solo salentina, ma europea.

#salentowebtv #weareinsalento "Sì, potrete visitare le grotte di #Badisco" si legge in un vecchio articolo firmato Rina...

Pubblicato da Salentoweb.Tv su Martedì 2 febbraio 2016

Per celebrare questo importante anniversario e per ricordare quei ricercatori, ieri sera il museo Faggiano di Lecce ha dedicato un incontro agli eredi spirituali di questa storia, tra le copie delle diapositive realizzate dagli scopritori ed i simboli ormai celebri che costituiscono gli affreschi guano recentemente raccontati dal National Geographic. Anche Rosanna Romano, vedova di Albertini Severino, ha partecipato all'incontro e noi l'abbiamo ascoltata:

"Se devo proprio raccontarvi com'è andata, quella notte uno di loro si appartò per via di un bisogno fisiologico e si accorse di uno strano fenomeno che lo spinse a spostare una pietra dietro cui trovò un foro piccolissimo, ne venne fuori una vipera e mio marito mi disse che videro poi una vecchia con uno scialle di lana nero in testa che li avvisò in dialetto salentino con queste parole "Se avete trovato la vipera avete trovato il tesoro", sembra una favola, lo so, presero a scavare e ci volle tempo per trovare il cunicolo che poi li condusse nella grotta."

#salentowebtv #weareinsalentoLA SCOPERTA DELLA GROTTA DEI CERVI - LA TESTIMONIANZA - SMART CLIPAscoltiamo il racconto...

Pubblicato da Salentoweb.Tv su Martedì 2 febbraio 2016

Un tesoro sotterraneo che si sviluppa in 3 corridoi principali, lunghi circa 300 metri, che raggiungono una profondità di 26 metri sotto il livello del mare. Oltre alle pitture, la folla danzante, le manine, i segni che hanno fatto appassionare gli studiosi in tutti questi anni, diversi oggetti furono ritrovati nella grotta, soprattutto vasi che rimandano per decorazioni e forme a sembianze umane, teste di asce in metallo, "pintadere", timbri usati per decorare il corpo o le pareti. Tra le figure più note quella dello sciamano danzante, figura umana stilizzata con copricapo di piume e coda di animale, divenuto uno dei simbolo della Grotta dei Cervi e dei rituali probabilmente in essa compiuti.

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Ma oggi, 46 anni dopo, ciò che ci colpisce, sono gli articoli a corredo dell'anniversario e che rimandano ad un'apertura della grotta o quantomeno una fruizione, un'attenzione mai dedicata. Tra questi, campeggia specialmente un articolo firmato da Rina Durante per il Quotidiano che anni fa titolava così un'intervista al Prof. Paolo Graziosi che insieme al fotografo ufficiale della grotta Pino Salamina, ha dedicato anni di studio al tesoro di Badisco: "Clamorosa rivelazione del prof. Graziosi a "Quotidiano": "Sì, potrete visitare le grotte di Badisco". Nel sottotitolo si legge: "Tra non molto, piccoli gruppi di persone potranno avere accesso all'insediamento".
Così non è stato.

Pochi addetti ai lavori hanno potuto visitarlo: le delicate condizioni di umidità (98-100%) e di temperatura (18 °C), che hanno permesso la miracolosa conservazione delle pitture, sarebbero infatti alterate dalla presenza di visitatori, portando al rapido degrado dei disegni. Per questo, il coordinamento Siba dell’Università del Salento, in collaborazione con la Soprintendenza dei Beni Archeologici della Puglia e il Visual Information Technology Group dell’IIT-Nrc in Canada, nel 2003 ha avviato il progetto “Grotta dei Cervi – Porto Badisco” per ricostruire virtualmente la grotta "proibita".
Danze rituali, scene di caccia, circa 3mila pittogrammi in ocra rossa e guano di pipistrello decorano uno dei principali monumenti del neolitico in Europa.

Ora che i ricercatori che la scoprirono 46 anni fa non ci sono più, la Grotta dei Cervi è ancora lì, ammantata di silenzio e mistero, adesso piena anche delle loro storie.

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