Sicurezza stradale: quando gli stranieri insegnano. Gli spot shock rendono la pubblicità estera più efficace della nostra

Sicurezza stradale: all'estero lo shock è più efficace dei nostri spot

Articolo a cura di Dario Francesco Beneveni

Quello delle campagne pubblicitarie shockanti applicate alla sicurezza stradale è da sempre un tema che desta polemiche nell’opinione pubblica italiana che si ritrova spaccata in due fazioni: da una parte chi si dice a favore di immagini forti che stimolino una riflessione profonda e che indicano momenti di sofferenza che mai si vorrebbero vivere, e dall’altra chi rifiuta fortemente le medesime immagini giudicandole come un elemento che va a cozzare contro la sensibilità, specie quella dei bambini.

In Italia ha prevalso per lo più questa seconda corrente di pensiero e si è preferito sensibilizzare la cittadinanza tramite spot che affrontassero la questione in maniera molto più “soft”, talvolta perfino divertente. Molti sono stati, per esempio, attori e comici che hanno fatto la loro comparsa sui nostri teleschermi nelle loro vesti da personaggi spiritosi e spensierati che però si dimostrano maturi e responsabili nel momento in cui vedono o entrano in un automobile. A tal proposito è emblematico il caso della campagna “Sulla buona strada”.

Come si nota, il concetto è chiaramente quello di far passare, sotto le vesti giocose di chi li evoca, dei messaggi importanti nella convinzione che la simpatia di un personaggio nazional-popolare renda più facilmente veicolabile un’informazione di grande rilevanza, senza che sia necessario far pervenire al pubblico frame che riportino vetri rotte, carcasse di veicoli, macchie di sangue, rumori di frenate o urti, ecc.. Resta da vedere se questa idea abbia poi, nei fatti, ottenuto dei risultati tali da giustificarne l’adozione passata, presente e soprattutto futura.

Da questo punto di vista i numeri sembrano essere contrari. Malgrado, con l’introduzione della patente a punti, il numero degli infortuni abbia conosciuto una lenta ma costante diminuzione, le cifre parlano comunque di quantità ingenti di sinistri.

All’estero le campagne pubblicitarie shock hanno portato a una significativa diminuzione di incidenti, segno che evidentemente la logica della suggestione di cui quelle immagini sono portatrici ha avuto successo.

Da non sottovalutare, poi, un altro aspetto importante che le reclame estere mettono in luce. Stiamo parlando del non generalizzare il tema della sicurezza su strada ma di suddividerlo in micro-tematiche. Da qui abbiamo spot sull’uso delle cinture di sicurezza, del casco, contro l’utilizzo del cellulare, e così via.

Dunque, la durezza di certi spot sembra essere, entro certi limiti, direttamente proporzionale alla diminuzione del numero delle disgrazie. Potremmo concettualizzare il tutto dicendo che più uno spot illustra con immagine simboliche, evocative e dirette le cause e le conseguenze di ciò che comportano questo tipo di eventi negativi, più diminuiscono gli incidenti stradali.

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