Lavoratori All Service: da ben tre mesi senza la cassa integrazione

All Service

I lavoratori della All Service alla fame. Ormai vivono nel dramma. Da ben tre mesi non percepiscono la cassa integrazione in deroga. E il non percepire quei pochi soldi sta provocando per questi lavoratori e le loro famiglie una situazione disperata, in quanto non si riescono a soddisfare i bisogni primari.

Secondo il sindacato questa situazione è determinata dalle politiche governative, che al di là degli annunciati ammortizzatori sociali, ha tagliato di netto i fondi alle Regioni per il sostegno al reddito.

Inoltre lo stesso governo solo nella seconda metà di agosto ha convocato le Regioni per sottoscrivere l'accordo Stato-Regioni sugli ammortizzatori sociali per poter erogare la cassa integrazione in deroga da luglio.

Peraltro fino al 30 giugno le Regioni hanno erogato solo grazie a residui del 2010. Dopo l'accordo di agosto si è messa in moto la macchina regionale che ha potuto decretare solo dopo l'accordo Stato-Regioni (ed intanto erano già passati due mesi) e poichè si parla di centinaia e centinaia di decreti il ritardo aumentava.

Ma i lavoratori della All Service hanno dovuto fare i conti anche e soprattutto con la propria azienda. Infatti da tempo la Regione Puglia, per accellerare i tempi, aveva inviato una nota ufficiale agli ordini dei consulenti del lavoro con la quale si suggeriva la procedura che le aziende dovevavo espletare per far anticipare dall'Inps l'erogazione della cassa integrazione.

Salvatore Stasi, della Confederazione Cobas ed i lavoratori venuti a conoscenza di questa nota hanno sollecitato la All Service ad attivarsi per espletare quelle procedure. Ma All Service non ha mosso dito. L'azienda a tutt'oggi non si è ancora attivata.

"Tutto questo la dice lunga sulla "serietà" e sulla affidabilità di talune aziende che insistono nei nostri territori - dichiara Salvatore Stasi- dopo aver sfruttato ben bene i lavoratori per anni, quando poi si tratta di espletare semplici pratiche come questa della cassa integrazione, hanno tutt'altri pensieri: tanto alla fame ci sono i lavoratori. Ma certamente -avverte Stasi- non finisce qui".

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