"Fermate la guerra" è l'appello del popolo di facebook

"Fermate la guerra" è l'appello del popolo di facebook

"Fermate la guerra": è questa la sintesi del pensiero del popolo di facebook dopo le prime operazioni militari sulla Libia. Se molti invocano la pace immediata, proponendo di tornare a manifestare in piazza e ad esporre le bandiere arcobaleno fuori dalle finestre, c'e' anche chi, invece, non nasconde il proprio favore all'intervento in Libia.

Basta digitare sul motore di ricerca del social network Facebook le prime due lettere della parola Libia per essere catapultati nell'omonimo gruppo, 2.143 iscritti. Ad accogliere l'internauta la foto di una 'L', per Libia, avvolta dalle fiamme. Sul "muro", i commenti si susseguono. Nicola G., alle 10 di oggi, scrive ad esempio che "In Africa ci sono decine di dittature, c'e' una lista infinita di signori della guerra che governano calpestando i diritti umani, facendo vivere nella piu' totale poverta' il loro popolo, altro che Gheddafi. E allora perche' l' Onu non interviene nei Paesi dove c'e' veramente bisogno di intervenire?".

Sul social network Agostino C. commenta con amarezza la notizia del giorno sull'operazione militare in Libia: "I nuovi portatori di democrazia: Obama e Sarko', la storia insegna poco". Mentre Elena B. non ha dubbi: "Operazione militare", "missione", "risoluzione", sempre guerra è. Inutile cambiargli nome".

Carlos G. non è d'accordo:"Avreste preferito che Gheddafi avesse continuato a massacrare il suo popolo? - domanda - Idioti!". Piu' o meno quello che sostengono gli utenti del gruppo "Rivolta in Libia, terza guerra mondiale: io penso di sì", dove i commenti sono di questo tenore: "Gheddafi sei solo un povero pazzo fanatico, come tutti quelli della tua specie - scrive Paolo R. - ormai hai le ore contate".

"Diamoci una svegliata - invoca Marco Z. - la Libia è zona di competenza italiana dal 1912 dopo le sparate di Gheddafi ora dobbiamo tollerare anche i protagonismi di francesi e inglesi con le nostre basi? Ustica attende vendetta: invadiamo la Libia".

Bastano pochi clic per essere catapultati in un altro microuniverso dove le opinioni sono del tutto divergenti dalle precedenti: "In televisone continuano a dire che non e' la guerra ma una missione di pace - scrive Alba sul gruppo "Per le vittime della guerra civile in Libia"' - Ma quando si vedono gli spari, non credo che sono i fuochi d'artificio per le feste patronali in Libia...San Petrolio, siamo in piena guerra!".

"Adesso è veramente ora di scendere tutti in piazza - propone Maria Emanuela P. sullo stesso gruppo - a chiedere il nostro diritto alla vita. Questa guerra e' voluta soprattutto dai Francesi per motivi tutt'altro che altruistici. Fermiamoli prima che sia troppo tardi. Passate parola!"

Sul gruppo "We are against Nato invasion to Libia", Anastasia T. alle 13 ,20 scrive: "Russia e Cina sono contrarie all'invasione Nato in Libia". Lee R. risponde: "Cacciamo i cani imperialisti fuori dall'Africa".

Nell'universo di Facebook non manca neppure il gruppo "Scendiamo in piazza per la Libia", sul quale Manuela T. osserva: "Dobbiamo sostenere gli insorti nella loro richiesta di democrazia".

Un altro utente attacca: "Dov'e' ora il tribunale dei diritti umani? Questo intervento opportunista ha il solo intento di destituire Gheddafi per impadronirsi del petrolio".
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Non mancano, però, i pensieri di chi è a favore di Gheddafi

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