Vertenza Bat a Lecce: i lavoratori ex Aams chiedono aiuto a Prefetto e Sindaco

Domani a Roma si parlerà del loro caso con i dirigenti nazionali di Bat Italia SpA e come avevano annunciato, i lavoratori ex AAMS hanno organizzato a Lecce un sit-in presso la Prefettura di Lecce, per esporre al Prefetto Giuliana Perrotta, i punti del Piano Sociale che non sarebbero stati onorati. Loro denunciano un atteggiamento discriminatorio da parte dell'azienda che li avrebbe esclusi dal Piano Sociale, che vede invece coinvolti tutti gli altri 400 lavoratori. Stessa denuncia al sindaco di Lecce Paolo Perrone al quale è stato chiesto di farsi portavoce, presso Bat Italia SpA della loro situazione drammatica. “Al danno si aggiunge la beffa – ha dichiarato Antonio Gagliardi, Segretario generale della FLAI CGIL della provincia di Lecce – I lavoratori ex AAMS sarebbero costretti a sostenere i costi della ricongiunzione contributiva che, ai fini pensionistici è onerosa. Il costo di tale operazione, per singolo lavoratore, si aggirerebbe infatti tra i 90 e i 120mila euro a loro totale carico”.

LA SOLIDARIETÀ DEL Partito democratico AI LAVORATORI DELLA BAT

"Una delegazione del Partito Democratico salentino, composta dal Segretario provinciale Salvatore Capone e dal capogruppo al Comune di Lecce Antonio Rotundo, ha portato questa mattina la solidarietà del partito ai lavoratori BAT provenienti dai Monopoli di Stato riuniti in sit-in davanti alla Prefettura di Lecce.
Il PD condivide le preoccupazioni delle 20 famiglie interessate da quella parte di accordo sulla riconversione BAT che ad oggi non ha trovato ancora alcuna applicazione. L'auspicio è che le loro rivendicazioni possano trovare una soluzione adeguata nell'incontro tra OO.SS. e azienda, in programma domani".

On. Teresa Bellanova: "Presenterò una interrogazione per chiedere conto dei costi complessivi scaricati sulla collettività"

“20 vittime dell'oblio alzano oggi la voce. 20 famiglie accomunate dall'ormai lontano ricordo di uno stipendio e da qualche riga fin'ora ignorata dell'accordo del 2 dicembre 2010 per la riconversione della ex-Manifattura tabacchi. Sono i 20 ex-dipendenti dei Monopoli di Stato, transitati successivamente nella BAT. Realtà, entrambe, evaporate in una nuvola di fumo.
Quell'accordo che prevedeva per tutti gli altri lavoratori la migrazione in altre realtà produttive, a loro riservava il riassorbimento nella Pubblica Amministrazione. Questo sarebbe dovuto avvenire con il decreto “mille proroghe” dello stesso mese di dicembre 2010, ma così non è stato. Da allora abbiamo perso il conto dei provvedimenti economici varati, tutti inutili per il Paese e tutti orfani di quella misura tanto sospirata da questi 20 lavoratori.
Così come mi sono battuta con forza affinché non venisse consentito ad un'azienda in utile come la BAT di chiudere, così sono più volte intervenuta successivamente per sollecitare il rispetto di quell'accordo. Ma ad oggi è come se quelle righe, sottoscritte come tutto il resto anche dal Ministero per lo Sviluppo economico, fossero state rimosse. E con loro quelle 20 famiglie.
Ma come se non bastasse, per queste 20 famiglie si preannuncia anche un vero e proprio salasso, a causa del transito dal regime previdenziale Inpdap a quello Inps, che in alcuni casi potrebbe anche toccare i 100mila euro. Siamo al trionfo di una follia al limite del criminale: prima si asseconda un'ingordigia socialmente insostenibile della multinazionale, poi si cancellano questi 20 lavoratori, le loro famiglie ed i loro percorsi di vita. Ancora un “globale” che violenta il “particolare”.
Mi pare chiaro che da questa vicenda se ne debba uscire con un po’ di buon senso, ed allora ritengo indispensabile che ognuno si assuma le proprie responsabilità, partendo dall’azienda e finendo alle stanze ministeriali.
Continuerò a fare di tutto, nelle sedi opportune e con gli strumenti in mio possesso, affinché quell'accordo trovi piena applicazione e queste 20 famiglie ritrovino un minimo di serenità. In queste ore presenterò un’interrogazione parlamentare anche per chiedere conto dei costi complessivi scaricati sulla collettività che questa operazione ha determinato”.