Salento giovane e...disoccupato: di chi è la colpa?

Secondo l’Istat in Italia i giovani senza lavoro hanno raggiunto quota 27,8%. Un dato già sconfortante che spaventa ancora di più se uno sguardo viene dato al Sud, e nel nostro caso, nel Salento.

Lo stato di salute del mercato del lavoro in provincia di Lecce è pessimo. In un contesto nazionale già allarmante. Più del 30% è il numero nero che segna un periodo difficile per i tanti ragazzi che cercano lavoro e non ci riescono. Tanti sono laureati, specializzati, preparati, ma le porte in faccia vengono sbattute a chiunque.

Bollenti Spiriti, Principi Attivi, Ritorno al Futuro, 100 Cantieri in 100 giorni, Puglia Sociale, Puglia Corsara, Piano per il Lavoro. Sono le diverse iniziative messe in campo dalla Regione Puglia ma che, secondo l’opposizione di centrodestra, finora hanno avuto risultati deludenti, si sono rivelati nella loro natura illusoria, semplici slogan da campagna elettorale. Si può parlare di fallimento della politica regionale per i giovani?

Dal palazzo di via Nazario Sauro di Bari le accuse vengono rimandate al mittente e la responsabilità viene tutta addossata al governo nazionale, che chiude i rubinetti alla Puglia e che taglia le gambe alla Regione che, nonostante le tante le iniziative in cantiere, viene limitata nella sua strategia d’azione. A pagarne le spese, diciamolo, sono comunque e sempre i giovani, senza distinzione di sesso.

Delusi, sconfortati, amareggiati, arrabbiati e pronti a fare la valigia per lasciare la propria terra e trovare altrove un luogo ideale, dove anni e anni di studi possono finalmente essere messi in pratica. Le cose non sono cambiate nel Salento, anzi, vanno sempre peggio. Se riesci ad tirare fuori dal cilindro un lavoro e ad ottenere, magari, anche i finanziamenti sei fortunato.

Altrimenti aspetti la tua occasione. I giovani sono stanchi di sentir parlare di eccellenze che devono essere valorizzate per la crescita del territorio. Puntare sulla ricerca, sull’innovazione, sulle idee nuove, quando poi queste “idee nuove” restano ferme per anni, perché le risorse messe a disposizione sono troppo poche per finanziare i progetti che si accumulano sul tavolo della Regione Puglia.

Allora di chi è la colpa? Delle istituzioni? Delle imprese che, schiacciate dalla crisi, non hanno la forza di competere con la concorrenza straniera e quindi chiudono i battenti e vanno a produrre altrove, lasciando i lavoratori per strada. I giovani francamente non se lo chiedono più. Si basano solo sui fatti concreti. E i fatti finora sono inesistenti.

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