Schifani e Fitto a Bari: l'unità della nazione non è in pericolo

Renato Schifani presidente Senato della Repubblica

«In giornate come queste il Paese non può che essere unito nel ricordare con commozione i nostri eroi, i militari caduti per la pace, in missioni per assicurare la pace nel mondo e nel nostro Paese». Lo ha detto il presidente del Senato, Renato Schifani, prima di partecipare al Sacrario dei caduti d'oltremare di Bari alla commemorazione del 4 novembre.

Un pensiero sostenuto dal ministro per i Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto, che ha partecipato, in rappresentanza del governo, alla cerimonia:«L'unità della nazione non è in pericolo perchè è affermata non solamente nell'azione, ma nella sensibilità e negli atti che il governo porta avanti».

«E alla vigilia della celebrazione dei 150 anni dell'unità nazionale non c'è dubbio - ha detto Fitto - che questo argomento è decisivo per il nostro Paese». Secondo Fitto, «il lavoro che il governo sta portando avanti, anche le riforme e in modo particolare il federalismo, ha l'obiettivo di valorizzare le peculiarità territoriali all'interno di una fortissima unità nazionale».

«È una giornata particolare perchè non c'è soltanto l'ideale recupero e vicinanza di un rapporto con le Forze Armate, e per ringraziare, in questa giornata, le Forze Armate, ma anche l'idea che il Paese, lo Stato, possa trovare un punto di sostegno».

«È questa - ha detto Fitto - una giornata nella quale sicuramente il ricordo e il pensiero non può che andare agli sforzi e ai sacrifici che sono stati compiuti». «E qui - ha continuato - siamo in Puglia, una regione in cui il sacrificio è stato notevole. È quindi l'occasione per ricordare questo sacrificio e ribadire i sentimenti, i valori profondi, che caratterizzano l'impegno delle Forze Armate.

«La Puglia è la regione italiana che ha pagato il prezzo più alto in termini di vite umane alla missione più difficile e rischiosa che la comunità occidentale abbia mai intrapres
o» lo ha poi continuato, parlando dell'Afghanistan, Fitto «So bene - ha detto il ministro - che i caduti in missione sono tutti uguali e che non ha senso censirne la provenienza. Eppure oggi qui a Bari c'è una tragica mappa che colpisce la nostra immaginazione: Crispiano, Tiggiano, Galatina, Bitetto, Busceglie, Patù, Lecce, Brindisi, Foggia. Un doloroso elenco costituito da caporal maggiori e da un agente dell'Aise».

«Un doloroso contributo alla causa della pace e al rafforzamento - ha detto Fitto - del ruolo italiano sullo scenario internazionale». «Se oggi quindi - ha concluso - rinsaldiamo il patto di solidarietà tra istituzioni, cittadini e Forze Armate questo non avviene soltanto nella forma del senso civico e dello Stato che si conviene a un Paese democratico ma lo facciamo con l'affetto e la partecipazione che tutti sentiamo per chi svolge compiti impegnativi e pericolosi e per le loro famiglie».

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