Battuta d’arresto per il famigerato art.7 del Decreto Pisanu. Occorre, tuttavia, prestare attenzione

Il prossimo 31 dicembre 2010, parola del ministro dell'Interno Roberto Maroni, il famigerato art. 7 del Decreto Pisanu, che impediva agli esercizi commerciali di mettere a disposizione dei propri clienti una connessione wi-fi libera e gratuita, troverà la sua battuta d’arresto.
Più libertà, dunque, per i titolari delle attività che potranno mettere a disposizione degli avventori le ‘proprie’ risorse di connettività senza, peraltro, essere obbligati a identificare il fruitore.
Si tratta certamente di una svolta importante nella politica di semplificazione e promozione dell'accesso ad Internet del Paese che non conferisce, tuttavia, all’Italia, alcun primato quanto, piuttosto, un sottile retrogusto di riconfermata amara arretratezza.
"Dall'1 gennaio – ha annunciato il Ministro Maroni - ci si potrà collegare, senza restrizioni, alla rete wi-fi". Al riguardo occorre, tuttavia, prestare attenzione. Sebbene, infatti, mentre l'obbligo di richiesta di una licenza speciale scada, effettivamente, di anno in anno, gli altri obblighi, compresi quelli in materia di identificazione degli utenti a mezzo documento di identità e di tracciamento delle loro condotte, risultano essere efficaci a tempo indeterminato e, dunque, possono venir meno solo per effetto di un'espressa abrogazione.
Se, dunque, il Governo avesse davvero abrogato l'art. 7 del Decreto Pisanu, allora, il Ministro, non avrebbe detto, dal 1° gennaio ma da domani.
Le ragioni per festeggiare ad ogni modo restano ma è importante che l'ufficio legislativo del Ministero dell'Interno e/o di Palazzo Chigi, prenda nota dell'esigenza di provvedere, se l'obiettivo è davvero la liberalizzazione del wifi in Italia, all'integrale abrogazione dell'art. 7 del Decreto Pisanu, così come convertito in legge.