Attentato di Brindisi: video in mano alla Procura mostra l'opera di un folle

L'esterno della scuola Morvillo-Falcone di Brindisi

E' stato un video ad essere risolutivo per un nuovo indirizzo delle indagini sulla bomba piazzata (e tragicamente andata a segno) ieri mattina a Brindisi, a pochi metri dall'ingresso all'Istituto Scolastico intitolato alla memoria di Giovanni Falcone e a sua moglie Francesca Morvillo.

"Abbiamo delle buone immagini. Non ce le hanno regalate. Ce le siamo andate a cercare. Immagini che possiamo ricollegare con quasi certezza all’attentato" - ha dichiarato questa mattina alle 11, in conferenza stampa, il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Brindisi, Marco Dinapoli.

Delle tre ipotesi principali che ieri erano state accreditate dai media, fra lo sgomento e il dovere di fare un po' di chiarezza in più sulla bomba di Brindisi, solo una sembra restare in piedi con una certa fermezza. E si tratta della pista del gesto sconsiderato di un folle isolato, che prende piede rispetto alla possibilità della mano malavitosa (la meno avallata delle tre ipotesi) e anche rispetto alla matrice che risaliva al "terrorismo politico", da poteri forti deviati.

Pur astenendosi prudentemente da dichiarazioni che potessero causare "ulteriore allarme", già ieri la pista mafiosa era stata esclusa Cataldo Motta, Procuratore della Repubblica di Lecce e massimo esperto in materia di Sacra Corona Unita: "In un momento specialmente in cui le organizzazioni mafiose locali sono alla ricerca di consenso sociale, sarebbe stato un atto in controtendenza che sicuramente avrebbe alienato ogni simpatia nei confronti di chi l'ha commesso".

Dinapoli ha dichiarato alla stampa, nel corso di un incontro svoltosi questa mattina alle 11:

"Abbiamo fatto un passo importante ma non abbiamo identificato ancora l'attentatore. Siamo ancora lontani dall'individuarlo ed è per questo motivo che nessuna persona è attualmente iscritta nel registro degli indagati. Le sue caratteristiche somatiche farebbero comunque escludere l'ipotesi di uno straniero. Non è un giovane. Ha agito dato da solo ma potrebbe essere stato aiutato ad assemblare l'ordigno“.

"Potrebbe essere un uomo arrabbiato con il mondo con una precisa volontà stragista, ed è per questo che parliamo di reato di strage, anche se il procedimento è per persone ancora da identificare“.

Anche Benedetto XVI si è espresso sulla tragedia brindisina, nel corso del suo consueto "Angelus" domenicale:

"Devo purtroppo ricordare le ragazze e i ragazzi della scuola di Brindisi, coinvolti ieri in un vile attentato. Prego per i feriti, tra cui alcuni gravi, e specialmente per la giovane Melissa, vittima innocente di una brutale violenza e per i suoi familiari, che sono nel dolore".

Non può non colpire l'attenzione di chi lavora nei media, come noi di SalentoWebTv - e in particolar modo chi lavora nelle tv basate sul web - il comunicato che ha diramato qualche ora fa il Comitato di redazione del Tg1, un tempo il più prestigioso (e attendibile) telegiornale italiano:

"Mentre a Brindisi si consumava la cronaca di un orrore che respingiamo con sdegno, nelle ore centrali della mattinata su Raiuno andava in onda una replica della Prova del cuoco. Un colpo d’occhio sconcertante il paragone con altre reti. Un vero peccato, perché la redazione del Tg1 fin dalla mattina aveva coperto l’avvenimento drammatico con professionalità e completezza. E avrebbe potuto continuare a farlo. Purtroppo però nell’arco della giornata ci sono state concesse solo due brevi edizioni straordinarie, mentre nel pomeriggio proseguiva la normale programmazione di Raiuno con un talk show. Il Cdr del Tg1 chiede alla Rai e alla direzione se ci considera ancora la testata ammiraglia. Riteniamo di poter fornire un valore aggiunto all’informazione della Rai e ricordiamo che soprattutto nei momenti drammatici i giornalisti sono pronti a mobilitarsi per offrire ai cittadini l’informazione dovuta. Da mesi chiediamo all’azienda un piano di rilancio che possa restituire credibilità e ascolti alla nostra testata. Invece riceviamo proposte di tagli e mortificazioni mentre vertici scaduti condannano la testata alla paralisi. È ora di dire basta".

Davanti alle televisioni del silenzio, è oggi il caso più che mai di dare una chance alle fonti di informazione indipendenti e libere di fare la differenza. Insieme coi social media, come ha notato Massimo Mantellini in un suo pezzo per Punto Informatico:

"In questo contesto di grande rivoluzione si affrontano poi nuovi e vecchi modi di concepire l’informazione. Esiste un giornalismo dei cittadini che per lo meno in contesti simili assume grande importanza (buona parte delle foto e delle testimonianze pubblicate in queste ore del terremoto emiliano arrivano da cittadini che le hanno pubblicate su Twitter), esistono anche le arroganze residue di una classe giornalistica abituata a vecchi contesti. Ma soprattutto sembrerebbe urgente codificare una serie di nuove regole che riguardino tutta l’informazione professionale in rete che si ritrova ogni giorno di fronte a problemi nuovi. Oggi, per usare una espressione cara ai nostri politici meno avvezzi alle cose digitali, la Internet della informazione professionale in Italia è ancora un discreto Far West, dove impera le legge del più furbo. In un mondo dove tutto è duplicabile in un istante, varrà la pena ricordare che, a fianco del diritto di cronaca, emergono altri diritti altrettanto importanti e fino a ieri residuali (per esempio quelli della corretta citazione delle fonti non giornalistiche)".

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