Ippolito Chiarello:"Sono un lavoratore". E' protesta contro "l'indennità di disoccupazione" negata agli artisti

"SONO UN ATTORE E SONO UN LAVORATORE E NON FERMO LA MIA VOCE". Questo lo slogan della protesta in atto contro la questione "indennità di disoccupazione" negata agli artisti, una delle conseguenze di un "difetto di riconoscimento" di una categoria di lavoratori.

"La lotta e la sensibilizzazione della gente e delle istituzioni deve essere continua e quotidiana e non deve svegliarsi schizofrenicamente solo quando un emergenza si palesa -denuncia Ippolito Chiarello- la questione è più complessa. Si parla di un'assenza di legislazione e regolamentazione sistematica del settore spettacolo. Io dico specialmente a livello fiscale e contributivo. Continuare a stimolare le istituzioni perché finalmente si possa costruire un'architettura legislativa che regolamenti realmente il settore dello spettacolo in genere è fondamentale".

Solo così, infatti, a proposito dell'indennità di disoccupazione negata agli artisti, si potranno avere delle misure assistenziali e di emergenza per gli artisti disoccupati o momentaneamente in difficoltà, come succede in tutti i paesi europei in diversa misura e modalità. Questo significherebbe legittimare l'esistenza di una categoria e di un bisogno.

Così il regista e attore salentino Chiarello avanza l'idea di una manifestazione pubblica con tanti artisti, proteste di piazza, ecc. per far sentire la voce di una categoria di "lavoratori" purtroppo spesso trascurata.

"Il mio impegno -continua Ippolito Chiarello- iniziato 2 anni fa con il BARBONAGGIO TEATRALE, continuerà e si concretizzerà nella lotta giornaliera per far conoscere il mio lavoro e il teatro alla gente, parlandone per creare quella "relazione sentimentale" che deve essere la base per la difesa e la rivendicazione popolare dei nostri diritti. Conoscere diventa difendere. Amare, si traduce nel lottare per difendere il proprio amore. Questo lavoro di consapevolezza deve tradursi in un'iniziativa legislativa".

Per questo l'artista leggerà, alla fine dei suoi spettacoli e in occasioni pubbliche, alcuni passi dei SEPOLCRI di Foscolo, dove si dice come gli attori fossero sepolti fuori dalle città, perché individui non desiderati dalla società. "Ogni mio spettacolo e iniziativa culturale e di formazione sarà pretesto per parlare di questi temi".

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