Ultimo atto della lunga cavalcata tra Italia ed Europa del Progetto di Barbonaggio teatrale. Dopo quasi 100 città/luoghi toccati in Italia dal 7 aprile 2010 al 20 marzo 2011, con lo spettacolo Fanculopensiero stanza 510 e la sua Propagine Off, dal 13 maggio al 5 giugno 2011, il viaggio farà tappa a BARCELLONA, MADRID, PARIGI, LONDRA E BERLINO, con prologo a Roma ed epilogo al Festival di Vimercate.
Il tutto si concluderà a Lecce il 18 giugno con una grande notte di baronaggio collettivo, che chiamerà a raccolta attori da ogni parte d’Italia e dall’estero.
A Roma la prima tappa di questo viaggio si svolgerà sabato 14 maggio presso L’Archivio 14 in via Lariana, 14 alle ore 18.00 dove Ippolito Chiarello, assieme a Maksim Cristan, autore del romanzo Fanculopensiero edito da Feltrinelli, presenterà il suo progetto. A seguire Fanculopensier’off.
Una tournée che ha preso la forma di un viaggio-maratona low cost, un barbonaggio teatrale, per approdare anche nei non luoghi della cultura e del teatro e che porta con se uno spettacolo e una protesta, un tentativo di lanciare una discussione per una nuova possibilità di distribuzione delle opere e degli attori e una riflessione sul carrozzone cultura e teatro di ricerca in particolare. Un unico grande obiettivo: riavvicinare il pubblico e quindi le istituzioni agli artisti, all'arte, in tutte le sue forme, come atto collettivo quotidiano e necessario.
Un viaggio che ha scavato nella realtà culturale e teatrale in particolare italiana e che nel viaggio all’estero indagherà quali sono i meccanismi che regolano i rapporti tra il teatro e le istituzioni straniere e la risposta e la presenza del pubblico negli “edifici” teatrali. Il tutto sarà documentato in un film e messo nero su bianco in un libro.
“Non faccio nulla di nuovo, – racconta Chiarello – ritorno alle origini, l'arte pagata direttamente dallo spettatore, i valori che ritornano reali. Ormai non c'è più un reale ‘circuito’ così io me lo creo da solo…un circuito low cost (ospitalità, cachet bassi e spettacolo tutti i giorni). Il teatro e l'arte in genere può vivere e non sopravvivere, solo se salvaguardiamo le radici di questo mestiere e quindi anche e soprattutto i piccoli spazi, gli spettatori, le piccole opere. Vorrei ritornare ad essere attore e non installazione scenografica.”
Fondamenta di questo lungo ed entusiasmante viaggio, un insolito e stravagante spettacolo, Fanculopensiero – Stanza 510 (liberamente ispirato al romanzo Fanculopensiero di Maksim Cristan).
Uno spettacolo coprodotto dal Festival Castel dei Mondi, Nasca Teatri di Terra, Cerchio di Gesso e Italgest, per la drammaturgia di Michele Santeramo, la regia di Simona Gonella e lo spazio e le luci del Premio Ubu Vincent Longuemar.
Uno spettacolo che ha il sapore di un esperimento sull'anima, con tratti di commedia e con punte di amarezza e sofferenza. Lo spettacolo nasce dal forte desiderio di parlare del disagio cui spesso ci si trova a far fronte quando ci sembra di aver perso la capacità di distinguere ciò che realmente si desidera essere e si vuole fare da ciò che, in qualche modo, si fa perché imposto o perché conseguenza di una incapacità di dire i no giusti al momento giusto. E' una sorta di imbuto in cui ci si sveglia una mattina e ci si accorge che “no” così come è la nostra vita non ci corrisponde più.
Ogni tappa di questo viaggio sarà caratterizzata dallo spettacolo serale e/o dalla sua propagine Fanculopensier’off, che precede lo spettacolo vero e proprio a teatro, o diventa un evento autonomo, per strada, nelle piazze, librerie, musei, in luoghi non teatrali, compresi anche locali notturni, nel quale lo spettacolo viene venduto a pezzi ai passanti o agli avventori. Ogni piccolo pezzo di Fanculo sarà un piccolo pezzo di cultura s-venduta dai 3 ai 15 euro, per un totale di 65,00 euro, minimo sindacale giornaliero per un attore.
Spogliarsi di ruoli, di sé stesso, per rivelarsi al pubblico in una nuova veste, scendendo dai fasti e gli allestimenti dei palcoscenici, continuando ad interrogarsi sui temi dello spettacolo e quindi sul senso di una vita trascorsa a rincorrersi senza mai fermarsi. Un’altra possibilità di incontrare e ritrovare il pubblico, una ricerca viva ai margini dell’"edificio teatrale", una sfida, un modo per protestare contro il gioco al massacro degli scambi, un modo per protestare contro l’abitudine della politica a svendere a pezzi la cultura, senza un progetto, schiava dell’evento, prolifica di tagli “fus se ca nu fus se”, un modo per promuovere lo spettacolo e invitare il pubblico a venire a vederlo a teatro.