Nella Cripta della Beata Vergine di Coelimanna a Supersano

Continua il nostro viaggio alla scoperta delle bellezze del Comune di Supersano, un racconto iniziato una settimana fa che oggi ci ha portato a raccontare la storia e le peculiarità del Santuario e della Cripta della Beata Vergine di Coelimanna.

Una leggenda avvolge questi luoghi di culto: si dice che un principe romano fu guarito in seguito ad un morbo fatale per intercessione taumaturgica della Vergine Maria e che in suo onore fece edificare questo monumento. Molto interessante è la posizione longitudinale che collega la chiesetta di Santa Maria di Sombrino, la cripta della Madonna di Coelimanna e la cripta della Madonna della Serra, che si trova nel territorio di Ruffano. Il fatto che si trovino sulla stessa posizione fa presumere l’antica esistenza di una via di collegamento tra questi siti, che partiva da Galatina per passare dai comuni di Ruffano, Cardigliano, Supersano per poi dirigersi verso il Santuario di Leuca.
I motivi secondo gli storici per cui è stata creata questa via di collegamento potrebbe essere legato ad una migliore visione del territorio a livello strategico oppure dal fatto che questi percorsi venivano attraversati dai pellegrini che preferivano queste zone per arrivare al Santuario di Leuca.
Il Santuario di Santa Maria Vergine di Coelimanna è stato costruito nel 1746 e restaurato nel 1871. Il perimetro del santuario è a croce greca, inoltre è presente una finestra che collega il Santuario alla cripta che si presume fosse l’ingresso di un locale indipendente.

La cripta della Beata Vergine di Coelimanna è riconducibile, invece, al tardo XIII secolo, periodo a cui risalgono i più antichi affreschi murali presenti all’interno. E’ una delle poche cripte non ipogee presente nella Provincia di Lecce essendo stata ricavata scavando nel costone tufaceo della serra di Supersano. Si accede attraverso un ingresso largo circa un metro ed ha una distribuzione degli spazi interni che rievoca la ripartizione secondo la disposizione della basilica paleocristiana. Nel primo ambiente si trova il ciclo iconografico più antico mentre nel secondo ambiente si conservano i dipinti più recenti, tra cui un San Lorenzo, eseguiti con colori a calce tra il XVI e l’inizio del XVII secolo. Inoltre sono presenti due tipologie di altari, il primo è originale e si tratta di un altare parietale con forme a rito latino il cui particolare orientamento,da est verso ovest, simboleggia l’attenuarsi del rapporto tra la Chiesa d’Oriente e la Chiesa d’Occidente; il secondo altare è probabile sia barocco ed è stato costruito successivamente, presumibilmente inserito sopra un altare primitivo.

Un angolo di storia e religione da pochi conosciuto che Salentowebtv ha deciso di raccontarvi.