"Castello Gallipoli dove le culture si incontrano" e dove la cultura diventa una locomotiva di sviluppo. I tantissimi ospiti dell'inaugurazione della mostra "I porti del Re" di Jakob Philipp Hackert ieri sera hanno potuto godere di quell'atmosfera di grande salotto in cui artisti e quadri sono accessibili anche a chi, pur digerendo poco l'arte, è affascinato dalla fama del Professore Philippe Daverio in pantaloni bianchi giacca scozzese e l'immancabile papillon. Insignito del Premio Barocco, la statuetta aurea che raffigura la ninfa del mare, insieme al Direttore della Reggia di Caserta Mauro Felicori. La mostra, a cura di Luigi Orione Amato e Raffaela Zizzari, è prodotta dal Castello in collaborazione con il Comune di Gallipoli e la Reggia di Caserta
Le nove grandi opere dell'artista tedesco, vissuto nel diciottesimo secolo, raffiguranti i porti pugliesi del Regno di Napoli e conservate nelle collezioni della Reggia di Caserta, furono realizzate su commissione di Re Ferdinando IV che, nella primavera del 1788, incaricò il pittore ufficiale di corte di ritrarre in dipinti e disegni tutti i porti del Regno borbonico.
Nella sala ennagonale del Castello di Gallipoli, con diametro di 20 e un’altezza di 10 metri, con copertura a padiglione, inglobata nella torre grande posta nello spigolo sud-est della fortezza, un emozionante contributo musicale a cura del maestro Enrico Tricarico con Serena Scarinzi (soprano) e Floriana Provenzano (pianoforte) e alla “Filarmonica Città di Gallipoli”, prima della visione delle nove opere di Jakob Philipp Hackert che ritraggono i porti di Taranto e di Brindisi nel 1789, i porti di Gallipoli, Manfredonia, Barletta, Bisceglie e Santo Stefano di Monopoli nel 1790, il porto di Trani e infine chiude la serie nel 1792 con il porto di Otranto.