#MAgarte: "Ekinos, il simbolo del riccio di mare"

di Mariella Agostinacchio

In precisi momenti dell’anno, l’homo Apuliensis rincorre uno strano animale all’apparenza ostile e “pungente”; lo brama, lo cerca, lo prenota, in numeri multipli di 10 e si pone al suo cospetto con una liturgia tra il sacro e il profano. A ben guardarlo, il riccio di mare, ha il fascino primitivo di chi è rimasto immutato nell’aspetto, nonostante Darwin.

#salentowebtvLa primavera è la stagione che consente di riconoscere la bellezza delle forme presenti in natura e che...

Pubblicato da Salentoweb.Tv su Giovedì 31 marzo 2016

Screziato nelle varianti dal nero al viola, che sia maschio o femmina, intervallato da elementi fitomorfi (alghe)
che trascina con se’ nella pesca, questo animale, come uno scrigno, nasconde all’interno il suo tesoro. Non a caso l’attrattiva è amplificata dal colore acceso, dall’arancio al rosso, come un fiore che attrae l’impollinatore
suadendolo con le cromie.

Fin troppo facile è il riferimento erotico del riccio di mare all’organo sessuale femminile, tanto più che sono proprio le gonadi a calamitare palato, vista ed olfatto; le uova sono l’elemento tanto prelibato e ricercato. Il riferimento non è così peregrino, se si considera che, a causa della forma arrotondata e delle spine di protezione, il riccio è stato considerato un emblema della grande dea-madre, la babilonese Ishtar.

#salentowebtv #MAgarteArte, simboli di fertilità e ricci di mare. Ce ne parla oggi la nostra Mariella Agostinacchio nel...

Pubblicato da Salentoweb.Tv su Giovedì 31 marzo 2016

Del resto pullulano gli “anemoni” nelle raffigurazioni della Nascita di Afrodite: curiosa migrazione del sostantivo che da indicare l’anemone marino, il riccio con aculei, attinente alla dea e alla spuma del mare, è trasmigrato nel regno terrestre e riferito alla specie floreale. Questi cosiddetti “frutti di mare”, ancora oggi, sono considerati un cibo “afrodisiaco” e vietati in alcune culture perchè considerati alimenti immondi.

Un’altra curiosità interessante è la presenza del riccio addirittura nell’austera architettura del tempio greco. Proprio lo stile più antico, quello dorico, ha assimilato la forma del riccio, tagliato a metà in senso orizzontale, nell’echino (riccio di mare in greco antico) che, sormontato dall’abaco, costituisce il capitello.

….E pensare che i gusci finiscono nelle tinozze di plastica!

linked videos

NESSUN VIDEO LINKATO