SalentoWeb.Tv presenta #Piersoft4All

Incontriamo "Piersoft", un nomignolo cucitogli addosso dai suoi amici d'infanzia, in un bar del centro, Lecce è assolata, tutto sembra virare dentro una primavera caldissima e lui è il tipo di persona che ti saluta con un sorriso aperto, mai tirato o di circostanza, quel genere di cuore aperto che lascia sperare e credere nel presente, nel futuro, nelle "visioni".

"Siate folli", uno stile di vita che alcuni mettono in pratica molto presto e con una naturale predisposizione allo slalom, sanno immaginare cose che prima non c'erano. Basta osservare Francesco "Piersoft" Paolicelli per afferrare questo concetto, si tratta di una persona straordinaria che noi di SalentoWeb.Tv abbiamo la fortuna di conoscere da tempo e con cui abbiamo collaborato portando a segno tanti progetti virtuosi, percorsi di alfabetizzazione digitale a più livelli, sfide che non ci hanno mai fatto perdere la dimensione salvifica del gioco.

Ed è proprio giocando che "Piersoft" ha cominciato a diventare la persona e il blogger che oggi vi vogliamo presentare, sarà lui ad aggiornare il blog #Piersoft4All, un nuovo progetto di SalentoWeb.Tv dedicato al mondo digitale & dintorni. E, credeteci, già i "dintorni" di questa storia piena di incognite e strade possibili valgono la pena.

Davanti ad un buon caffé, seduti sotto una copia della più celebre opera di Hopper, "Nightawks", ci sediamo ad ascoltare questo fiume in piena, le "confessioni" di Piersoft sono "pillole" di saggezza ai tempi di Internet, potremmo applicare la sua filosofia anche a tutto quello che occupa la nostra mente peculiarmente umana quando smettiamo di essere connessi.
E questa connessione, ancorché fraintesa da molti, è per lui un valore aggiunto da mettere a frutto, anzi, a "fuoco".

C'è un fuoco cui badare, oggi più che mai, ed è il sapere aperto a tutti, a disposizione di chiunque, ce lo spiega bene mentre si prepara a correre a Taranto dove incontrerà un'altra platea di studenti, altri potenziali fuochi da accendere attraverso le "muse" digitali: "Dopo Ingegneria elettronica, ho avuto la possibilità di scoprire Lecce, era il '96, da allora tante cose sono cambiate ed ho imparato a mescolare tanti interessi e competenze. Ho capito che il limite dell'età contemporanea sono le etichette che ci diamo o che ci lasciamo cucire addosso. Ci manca un pensiero critico e siamo abituati a vivere secondo le competenze, mentre io ho imparato a valorizzare il mio essere divergente. Lavoro per diffondere la conoscenza, vivo della condivisione più sfrenata del sapere."

Un divergente, uno spacciatore di bellezza, di sapere. Ecco chi è Piersoft, questa sua dichiarazione d'intenti è la sua stessa carta d'identità, qualcosa che ha portato nella rete, nelle scuole, nell'incontro con gli altri. Potremmo citare molti progetti che lo hanno visto partecipare con esempi pratici a questo processo di cambiamento, potremmo parlare di CoderDojo, un viaggio nelle scuole di Lecce (grazie all'assessorato all'Innovazione del Comune di Lecce) che abbiamo supportato e raccontato nei mesi scorsi stando fianco a fianco con il nostro amico tra i banchi di scuola, insieme ai tantissimi bambini che hanno imparato a programmare costruendo un videogame. Ma forse la cosa più giusta da fare è invitarvi da oggi a scoprire, lettura dopo lettura, il meraviglioso mondo di Piersoft, un mondo a beneficio di tutti.

"Il digitale è uno strumento a disposizione del sapere, ci sono molte scuole che hanno bisogno di essere alfabetizzare, lo stesso vale per gli Open Data, il ruolo dell'insegnante è quello di accendere fuochi, per questo vi parlerò anche del progetto Accendi Dante, un nuovo modo per salvare il nostro patrimonio letterario trasferendolo nel cuore dei ragazzi attraverso l'uso delle nuove tecnologie. Se dovessi cominciare a raccontare la mia storia inizierei dal commodore 64 perché a nove anni mio padre me ne regalò uno, a nove anni mi soprannominarono Piersoft perché "piratavo" i giochi, tutto è iniziato quando non c'era ancora Internet, alle scuole medie sono stato il primo a stampare la tesina di terza media usando il computer. Ho sempre usato il digitale come se fosse una propaggine della mia mano o della mia mente e non come fine a se stesso.
Il digitale deve aiutare a completare l'Uomo che è in noi è non trasformarci in una macchina."

A un certo punto della nostra chiacchierata fa il gesto di cercare una penna, è solo il pretesto per raccontarci: "Quando mi chiedono se ho una penna, rispondo: ho smesso da tempo."
L'uomo digitale ha un sorriso irresistibile, provate a prenderlo. Basta seguire i sassolini bianchi, anzi, i post.