I fantasmi di Castello Carlo V di Lecce

Castello Carlo V

Presenza è il contrario di Assenza. Assenza è sinonimo di allontanamento, distacco e soprattutto inesistenza. Inesistenza. Ve lo diciamo meglio: non esistere. Punto.

O forse no. Togliamo il punto e riprendiamo il discorso: “non esistere” è un verbo intransitivo con una negazione di partenza. Perchè quello che abbiamo asserito nelle quattro righe precedenti viaggiando tra sinonimi e contrari, andando a braccetto tra lingua italiana e la parte più razionale del pensiero è che se qualcosa non esiste non c’è, e non si vede, nè si sente. Eppure...

Eppure qualcuno sostiene il contrario: e l’assenza altro non è che una presenza “intrappolata” in un luogo storico, o anche una casa. Questo è ciò che da sempre divide chi ci crede e chi no, ma che infondo appassiona tutti: la possibilità di “avvertire” la presenza di spiriti soprattutto in luoghi storici come castelli, musei e strutture antiche.

Noi, a Giugno, avevamo cominciato un discorso che aveva fatto venire i brividi (guarda il video) a qualcuno e che aveva divertito qualcun’altro. Abbiamo fatto tappa nel Castello Carlo V di Lecce, e guidati dal custode, ci siamo lasciati coinvolgere dalle storie sui fantasmi che, leggenda vuole, popolino le sale e i sotterranei ogni notte e che, ogni tanto, vengono anche avvertiti dai presenti.

A mezzanotte in punto un lamento di un bambino, secondo alcuni, da sempre, risuona dal fondo di un pozzo presente nella struttura. Il bambino, secondo le storie narrate, tanti anni fa, cadde con il padre militare nel pozzo e non fu più ritrovato. Nelle segrete del Castello, dove un tempo Gian Giacomo dell’Acaya fu rinchiuso, pare si senta ancora la presenza dell’ingegnere esperto di fortificazioni militari e sotto la Torre Magistra pare si avverta lo spirito della Regina Maria d’Enghien che per molto tempo fu contessa di Lecce.

Storie, supposizioni, suggestioni. Ombre, rumori, spostamenti d’aria sospetti. Suggestioni, ripetiamo. Ma se il dubbio è nemico della parte più razionale e ferma di tutti noi, il mettere in discussione qualcosa o qualcuno è parte integrante di una coscienza critica e curiosa. Ragion per cui, abbiamo pensato se sia bene che queste storie restino chiuse in un cassetto o che vengano a popolare i nostri pensieri solo la sera tardi. Forse no.
Vogliamo toglierci ogni dubbio. Vogliamo avvertire queste presenze (se ci sono) e vogliamo meravigliarci(vi) e spaventarci(vi) di fronte al paranormale, al nuovo e a quello che è nascosto in un pozzo, dietro una tenda che non c’è più o nel luogo dove un armadio impolverato conservava i segreti inconfessabili di personaggi avvolti dalla pietra e dal mistero e che, qualche volta, tornano a fare capolino nel luogo che li ha visti vivere. E morire.

E voi, volete venire con noi?

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