“Il futuro non si taglia!”. E i pensionati scesero in piazza a protestare

“Il futuro non si taglia!”. E i pensionati scesero in piazza a protestare

In cinquemila i pensionati e le pensionate di tutto il Mezzogiorno d’Italia si sono radunati al Palaflorio di Bari, oggi 20 giugno, per la mobilitazione nazionale in cui chiedere più equità e giustizia sociale nei confronti della fascia sociale più tartassata dai provvedimenti del Governo nazionale.

“Il futuro non si taglia!”, il nome della mobilitazione il cui obiettivo è quello di sollecitare il governo, il Parlamento, le forze politiche e le istituzioni locali a intervenire con urgenza per sostenere il potere d’acquisto delle pensioni, per una nuova politica fiscale e per un welfare pubblico che sia in grado di rispondere alle esigenze degli anziani con una particolare attenzione verso quelli non autosufficienti.

“Abbiamo ritrovato il grande valore dell’unità”, ha dichiarato Romano Bellissima, Segretario Generale nazionale della UILP Uil, nel comizio conclusivo della manifestazione. “Dobbiamo utilizzare la forza dell’unità per incidere sulle scelte di questo Governo”.

Una manifestazione densa di contenuti e di energia, quella portata a Bari da migliaia di pensionati e pensionate giunti da Puglia, Campania, Calabria, Molise, Basilicata e Sicilia.

“Questa manifestazione – continua Bellissima – non è la conclusione ma l’avvio di un percorso per dimostrare ai ‘Professori’ che le loro scelte sono sbagliate e per cambiare le politiche economiche di questo Paese”.

Determinati ad andare avanti anche a livello regionale, i Segretari generali di SPI CGIL, FNP CISL, UILP UIL Puglia, Vincenzo Valentino, Giuseppe Santelia e Rocco Matarozzo, annunciano oggi l’avvio di “una grande stagione di vertenzialità diffusa, che coinvolga i Comuni e le Asl, per ripensare e condividere delle politiche che rispondano concretamente ai bisogni delle fasce più deboli nel territorio. In linea con ciò, la richiesta dei Sindacati del pensionati di riprendere il confronto con la Regione Puglia sulle questioni della sanità, specie dopo la fase 2 del Piano di rientro, e in particolare sul nodo, non ancora risolto, dell’integrazione socio-sanitaria”.

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