Campagna olivicola 2011. Nel salento meno “lebbra delle olive” e ottimo olio

Campagna olivicola 2011. Nel salento meno “lebbra delle olive” e ottimo olio

Sono ormai iniziate le operazioni di raccolta delle olive nelle zone più precoci della Puglia. Le condizioni climatiche dell’annata sono state favorevoli allo sviluppo vegetativo dell’olivo apportando nei periodi più importanti una buona quantità di acqua che ha contribuito a superare le temperature superiori alla media nel periodo estivo.

Le alte temperature, superiori ai 32 °C, registrate nel periodo estivo in modo prolungato hanno invece ostacolato lo sviluppo e la diffusione dei parassiti consentendo di ottenere nella fase di raccolta olive sane con conseguente ottenimento di oli di alta qualità.

Si registra infatti una scarsa presenza o assenza di mosca delle olive, parassita principale che interessa le drupe nel periodo della maturazione determinandone la degradazione.

Anche sul fronte della “lebbra delle olive”, che ha creato non pochi problemi alla olivicoltura salentina, le condizioni climatiche hanno consentito di registrare un abbassamento della virulenza dei funghi, per cui si prospetta una annata sicuramente migliore di quelle precedenti.

Le indicazioni tecniche suggerite dagli Uffici regionali e dall’Università di Bari hanno anche consentito di indirizzare gli olivicoltori salentini nel controllo della malattia contribuendo ad ottenere olive sane e le prove sperimentali condotte quest’anno potranno ulteriormente migliorare i sistemi di controllo della “lebbra delle olive”.

Va evidenziato, inoltre, che con la mancanza di trattamenti fitosanitari si potrà ottenere un olio extravergine di elevata qualità per l’assenza dei residui di fitofarmaci, su cui il consumatore moderno è particolarmente attento ed esigente poiché richiede sempre più una alimentazione sana.

Importante e fondamentale per ottenere tale risultato è anche l’attività dei frantoiani, che stanno assumendo oggi ruolo di responsabilità nel rinnovare la tecnologia di estrazione, con sistemi che consentono di migliorare e di non alterare la fragranza e le caratteristiche organolettiche dei nostri oli.

“Non ci nascondiamo certo dietro ad un dito -dichiara l'assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia Dario Stefàno- le difficoltà e i problemi ci sono, ma io mi ostino a pensare ad un comparto olivicolo virtuoso sull’esempio del vitivinicolo. La strada è impegnativa ma ci sono tutte le premesse per legare, come altre realtà italiane di successo, l’identità territoriale ad un prodotto di indiscusso gusto e qualità.

La via intrapresa è quella giusta, ed i riconoscimenti che i nostri oli registrano in via crescente negli anni più recenti ci incoraggiano a spingere sull'acceleratore dell'aggregazione della base produttiva e della migliore qualificazione della nostra filiera regionale, per continuare a cercare strumenti capaci di elevare il reddito dei nostri produttori primari, ma anche per continuare a crescere nella capacità di comunicare meglio la nostra produzione ed il valore di ciò che produciamo. Solo questo ci consentirà di divenire definitivamente anche partner commerciali affidabili”.

ASPETTI TECNICI
La coltivazione dell’olivo in Puglia occupa una superficie di 370.000 ha, cioè, il 41% del totale regionale, facendo della regione la prima in Italia per olivicoltura, seguita da Calabria e Sicilia. Il paesaggio costiero è puntellato da maestosi e imponenti ulivi secolari, che conferiscono al territorio un aspetto seducente. Il patrimonio arboreo è di circa 40 milioni di piante. Nelle ultime annate sono state prodotte quasi 250.000 tonnellate di olio, pari al 37,51% del totale nazionale. Vi sono 240.000 aziende, 1.200 sono frantoi. La ricchezza olivicola della Puglia si evidenzia con la diversità delle aree di coltivazione con 5 Denominazioni di Origine Protetta e 53 varietà.

ULIVI E ULIVETI MONUMENTALI
Nell’area del Mediterraneo la Puglia è il luogo di elezione per la coltivazione dell’olivo. Ormai parte della nostra identità, la sua coltivazione è strettamente connessa alle condizioni climatiche della Regione e alla sua storia.

L’olivicoltura ha quindi radici lontanissime, ed è stata una parte importante dell’economia di larghe parti del nostro territorio nel corso dei secoli. Testimoni di questo fondamentale ruolo sono gli ulivi monumentali, che sono stimati in circa 5 milioni di piante: la legge regionale 14 del 2007, unica legge in Italia, tutela questo inestimabile patrimonio.

La scelta di tutelare gli ulivi e gli uliveti monumentali di Puglia è strategica, al fine di preservare lo straordinario valore di un’agricoltura e di un paesaggio unici al mondo. Oggi abbiamo le prime 13.000 piante monumentali censite ed entrate nell’elenco regionale che ne garantisce la tutela.

È importante osservare che molti produttori stanno provvedendo all’auto-censimento dei propri ulivi, sintomo di una nuova sensibilità.
È però fondamentale, perché l’olivicoltura tradizionale sia mantenuta e conservata, che essa generi convenienza economica per le aziende. L’obiettivo in questa direzione, prevista dalla legge regionale, che deve essere sinergica con le politiche di sviluppo rurale, è quello della valorizzazione della sua produzione, che dovrà basarsi sui fattori chiave della qualità e della tipicità.

In Puglia abbiamo esempi positivi in questo senso, dal Gargano fino al Salento. La menzione speciale “olio prodotto da uliveti monumentali” può oggi fondare la sua operatività su recenti scoperte: infatti, ricerche scientifiche realizzate in Puglia hanno individuato differenze significative degli oli pugliesi prodotti da ulivi secolari.

La Puglia è quindi pronta a cogliere le opportunità di valorizzazione e promozione di questa tipologia di oli su una base scientifica forte. Su queste basi, operare per affermare la tipicità degli oli pugliesi è una realtà. Alcune realtà di produttori (PIF, O.P.) stanno già lavorando in questa direzione.

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