Roma- Una vera e propria tragedia. Sono quattro i fratellini morti, ieri sera, nell'incendio di una baracca in un campo rom a Roma. Si chiamano Raul 4 anni, Fernando 5, Sebastian 11 e Patrizia 8 anni.
Il rogo si è sviluppato intorno alle 20.30 in un insediamento sulla via Appia Nuova, vicino al circolo golfistico dell'Acquasanta. Secondo quanto riferito da alcuni abitanti dell'insediamento, i bambini erano stati lasciati soli nella baracca. Una zia era andata a cercare dell'acqua, la madre a comprare del cibo.
Una tragedia ''veramente orribile per questa città - ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno -. Ho lanciato molte volte l'allarme perchè questi insediamenti venissero smantellati perchè sono pericolosissimi'', ha ricordato Alemanno che si è scagliato contro la lentezza della burocrazia e anche della sovrintendenza per il mancato ampliamento di un campo regolare.
''Chiederò, urlando, al governo poteri speciali per gli insediamenti dei rom - ha aggiunto - affinchè il Prefetto possa realizzare i campi rom autorizzati a Roma'' perchè ''non possiamo permettere che la gente continui a vivere in baracche di plastica, dove basta un cerino che cade nel posto sbagliato per farle diventare dei forni crematori a cielo aperto''.
Con la morte di questi bimbi si torna a parlare delle politiche adottate dalle autorità locali che - come sottolinea l'Associazione 21 luglio che segue da tempo lo stato di attuazione del Piano - si esprimono ''in tutta la loro inefficacia con il Piano Nomadi''.
Profondamente addolorata per la tragedia si è detta il governatore del Lazio, Renata Polverini: ''Ancora un rogo in cui a perdere la vita sono dei bambini attendiamo di conoscere le cause che hanno portato all'incendio, ma questa tragedia ripropone l'urgenza di accelerare e moltiplicare tutti gli sforzi necessari per chiudere gli insediamenti abusivi e consentire a queste comunita' presenti sul nostro territorio di vivere in contesti sicuri e dignitosi''.
A chiedere l'immediata attuazione di un Piano Nomadi ''concertato'' sono stati Umberto Marroni, capogruppo Pd Roma Capitale e Daniele Ozzimo, vicepresidente della Commissione Politiche Sociali e consigliere Pd, che sono tornati alla luce di questa vicenda tragica sul problema dei campi abusivi.
Anche a Lecce è emergenza in questo "settore". E' stato fotunatamente pacifico, il sit in di protesta della comunità rom svoltosi il 3 febbraio sotto Palazzo Carafa.
La manifestazione, a cui hanno aderito anche associazioni e sindacati, è nata in opposizione al decreto di ingiunzione di demolizione delle baracche, per precarietà abitativa, notificato (25 gennaio) al campo sosta Panareo a una ventina di famiglie rom. L'iniziativa del Comune di Lecce di fatto vanifica il lavoro di concertazione che da anni le associazioni del terzo settore, i rappresentanti dei campi rom e i servizi sociali comunali portano avanti nel tentativo di far fronte agli ostacoli che questo gruppo di cittadini incontra ogni giorno.
L'ingiunzione di sgombero dimostrerebbe anche un approccio demagogico nell'affrontare le problematiche e la totale mancanza di prospettiva circa l'inclusione dei rom presenti sul territorio "ovvero – dicono - donne e uomini giunti in Italia oltre 20 anni fa per sfuggire alle guerre che hanno insanguinato la ex Jugoslavia e i cui figli frequentano le nostre scuole".
Per queste ragioni le associazioni antirazziste chiedono al sindaco la revoca dell'esecutività dell'ingiunzione.