#OggicucinaRosa: le Pittule dell'Immacolata

a cura di Rosa

Oggi cucino le Pittule.
"Le pittule ccè ssuntu, me sai tire? Nnu picca te farina, mmienzu all'egghiu"
La poesia di don Franco Lupo, in vernacolo leccese, spiega, meglio di qualsiasi parola, la semplicità è l'incanto di queste palline fritte di pasta lievitata. Sono presenti nella tradizione salentina in ogni vigilia, dell'Immacolata o del Natale, connotando di calore e famiglia i pranzi del digiuno, che troppo parchi non sono.

In occasione della vigilia della Madonna Immacolata si mangiano quelle salate, per la vigilia del Natale si trovano sulle tavole anche quelle dolci, rivoltate nel miele o nel vincotto. Ormai le pittule sono una golosità di tutto l'anno, entrano, di diritto, negli antipasti, diventate ormai le regine della cucina salentina.

INGREDIENTI:

500 gr di farina "00",
un cubetto di lievito di birra,
400 ml di acqua appena tiepida, si dice acqua di sale,
un cucchiaino di sale,
un cucchiaino di zucchero,
olio per friggere.

Varianti: per la pizzaiola - pomodori pedali sgocciolati, origano, olive nere denocciolate, capperi sminuzzati, peperoncino.
Alici - filetti di alici a pezzettini, capperini Cavolfiore - si mette di cavolfiore appena sbollentate in acqua salata

...e poi... con i broccoli di rape, col baccalà, con i "pampasciuni", e dolci con pezzetti di patata zuccherina...

PROCEDIMENTO:

In una coppa mescolo la farina con l'acqua il lievito, il sale e lo zucchero sino ad ottenere un impasto denso e cremoso, lavorato a lungo fino a che non si formano delle bollicine, che indicano l'inizio della lievitazione. Faccio lievitare coprendo con un canovaccio, in un luogo riparato. Dopo almeno due ore riporto in più coppe la pasta lievitata e la condisco con i vari gusti. Aiutata da un cucchiaio prendo un poco di impasto che tuffo nell'olio bollente. Lascio dorare, asciugo l'olio in eccesso e porto in tavola.

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