Ricetta della tradizione partenopea, la calamarata è un primo piatto che coniuga la pasta a forma di anelli, ai calamari tagliati a rondelle. Si chiama così perchè, per forma e per consistenza, somiglia dopo cotta, agli anelli del calamaro e a questi si mescola magnificamente.
In cottura gli ingredienti si amalgamano felicemente quando il pesce è fresco, e se la pasta è di qualità eccellente come la “Calamarata” di Benedetto Cavalieri, pastaii a Maglie dal 1918.
Ingredienti per 4 persone.
350 gr di “Calamarata” Cavalieri
2 o 3 calamari freschi (il numero dipende dalla dimensione degli stessi)
5 pomodorini maturi
1 cucchiaio di olive nere, possibilmente locali
1 cucchiaio di capperi piccoli
1 spicchio di aglio
1 ciuffetto di prezzemolo
olio extra vergine d’oliva
sale, pepe nero o peperoncino
Lavo i calamari facendo attenzione nel togliere l’osso cartilagineo, di lasciarli interi (questa operazione, se possibile, preferisco che la faccia il pescivendolo).
Taglio la sacca dei calamari a rondelle a misura della pasta, il resto a piccoli pezzi. Soffriggo nell’olio, l’aglio con una parte di prezzemolo tritato, e a fiamma vivace verso velocemente calamari e pomodorini privati dei semi.
Salto il tutto velocemente, in quanto il calamaro se fresco, non ha bisogno di cuocere a lungo. Continuando a spadellare, unisco le olive (denocciolate precedentemente), e i capperi. A parte cuocio la pasta in abbondante acqua salata e a due minuti esatti dalla cottura, la mescolo al condimento. Verso sopra il rimanente prezzemolo tritato, macino il pepe nero (se non ho messo il peperoncino a soffriggere insieme all’aglio) e porto in tavola...il profumo del mare esaltato dai capperi e dalle olive salentine.