#AlbainJazz 2016 a Marina Serra

Attraversare il Salento nottetempo significa scoprire paesini che si moltiplicano lungo le due coste fino alla fine del mondo, perché a Leuca finisce l'Italia e quando sconfini lungo la strada che a un certo punto può solo tornare indietro, lo percepisci benissimo.

Sei in una terra di frontiera, e non ci sei per caso, lo hai voluto, ci sei nato, ci sei tornato. C'è un che di fatale in questa consapevolezza, ed è forse la filosofia che muove da anni il Locomotive Jazz Festival, con una fiducia visionaria e necessaria per concepire concerti come quello che ieri ha trasformato, ancora una volta, la scogliera primordiale di Marina Serra in una platea che ricorda certi azzardi riusciti dei Sigur Ros capaci di costruire eventi che si intrecciano allo spirito dei luoghi e della comunità.

Il Salento risponde con un record di bellezza che se ne sta lì da tempo immemorabile e aspetta solo di raccogliere le voci e le note di chi sa coglierne il potenziale, unendo in giustapposizione i progetti e l'identità territoriale. Per parlare dell'Alba in Jazz 2016, della voce straordinaria di Noemi e del sax inconfondibile di Raffaele Casarano, direttore artistico del festival che da anni non ha più bisogno di presentazioni, è opportuna, doverosa, questa premessa.

Di eventi estivi, nel Salento, ce ne sono tanti. Chi fa il nostro mestiere, chi racconta il backstage di questo eventismo a tratti compulsivo, non sempre qualitativamente alto, sa quanto in una sola serata si concentrino grappoli di appuntamenti da smistare. Pochi eventi sono davvero imperdibili e segnano un solco, costituiscono uno spartiacque tra ciò che è indimenticabile e ciò che non lo è.

L'Alba in Jazz è una di quelle pensate geniali, ha quella vocazione all'indimenticabile. E ancora una volta, il Locomotive Jazz Festival ci riesce, mantiene una promessa vissuta, condivisa, sentita, da migliaia di persone giunte a Marina Serra nel cuore della notte, mentre sul mare si leva una luna turca, per aspettare la luce dell'ultimo giorno di luglio ascoltando musica.

Ha un che di magico, va detto, e di questa qualità abbiamo bisogno, dobbiamo proteggerne il senso, perché rende merito al territorio che è casa nostra, lo eleva al rango che merita, lo illumina, lo trasfigura. Non a caso, l'Alba in Jazz che ormai è diventato un appuntamento in grado di moltiplicare i numeri degli anni precedenti e sembra destinato a continuare a crescere nei prossimi anni, non è solo un concerto inserito nel pur ricchissimo programma di un festival felice.

Si tratta di un'occasione, per chi ascolta, per chi vive questa terra sulla propria pelle, per chi ha scelto di restare, di inventarsi il futuro o semplicemente di ritornare dopo aver raccolto confronti ed esperienze. Ed è una bella risposta a tutte quelle domande che poi sono una sola, l'unica: il Salento, che cosa farà da grande?

Grande lo è già, questo budello, quando gli artisti che lo raccontano e lo abitano con le loro visioni sono capaci di viverlo e farlo vibrare senza tralasciare una sola goccia della potenza che può esprimere, senza perdere una sola stilla di luce. Allora può succedere il prodigio, Noemi canta e sugli scogli il pubblico ascolta rapito, Casarano soffia amore nel suo sax e dietro il minuscolo palco allestito in riva al mare il cielo si schiarisce, le barche si assiepano scivolando sulla linea d'acqua che ci rivela tutta la bellezza del nuovo giorno. Essere qui è essere felici.

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