Face to face: Il Farbospazio di Massimo Quarta a Lecce

Questo pomeriggio siamo stati nello studio di Massimo Quarta, artista salentino, che ci ha ospitato nel suo Farbospazio in via Manifattura Tabacchi per parlarci della sua mostra “Face to Face” aperta al pubblico sino al prossimo 16 novembre.
L’ artista presenta la sua nuova ricerca dedicata alla tematica del ritratto.

Ha trasformato il suo nuovo studio, con decine di tele disposte in un allestimento inusuale: un cosmo nomade, un luogo in cui l'immaginazione e la realtà si sfidano, faccia a faccia, per portare alla luce identità, interrogativi e metamorfosi dell’uomo contemporaneo.
Nel percorso espositivo si frappongono i farboritratti, primi piani femminili desunti dai social network, stereotipati nelle pose e nelle espressioni, forieri di un contagio cibernetico. Stagliati su sfondi informi e animati da masse cromatiche sfaldate, a tratti contrastanti, mostrano i segni di un’incipiente trasmutazione genetica. In essi la matericità del colore, accresciuta da improvvisi accordi cromatici, a tratti brillanti, potenzia l’effetto metamorfico delle forme. Incapaci di esprimere reali sentimenti, finiscono con l’assomigliarsi tutti, apparendo vicini al volto monoculare dei loro fantasiosi corrispettivi più di quanto le possibilità mimetiche inducano a credere.

Protagonisti di una pittura invasiva, capace di travalicare lo spazio limitato del supporto, i farboritratti connotano l’ambiente circostante, configurando, nell’allestimento ordinatamente diffuso, un’avanzata inarrestabile. Molteplici volti umani riassunti in uno solo, quello del farbomondo, compendio e assenza di ogni espressione. È uguale al nostro nelle attitudini, nelle pose, nel modo di vestire e comportarsi ma non nel volto. I suoi abitanti, pur negli atteggiamenti sfrontati, a volte visibilmente erotici, non esprimono sentimenti. Non lasciando trapelare dolore o risentimento, amore o sofferenza, farboline e farbonauti ripongono nell’inespressività l’origine della loro forza e il fine della loro proposta, mostrandosi di fatto invincibili.

Mentre l’uomo si disumanizza, rinunciando alla sua identità, un essere disumano tenta di soppiantarlo. Parafrasando la dimensione umana, i farbonauti si propongono inverosimilmente quale alternativa possibile, assumendo comportamenti sociali e attitudini individuali fino a costituire una realtà parallela, attraente e terrifica al tempo stesso.