Abbiamo seguito la conferenza stampa di presentazione della tappa leccese del Puglia Pride, l’evento della durata di una settimana che coinvolge tutte le province leccesi , organizzato dall’omonimo coordinamento con il patrocinio della Regione Puglia. L’iniziativa percorrerà tutta la regione con una cascata di eventi per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle tematiche dei diritti LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender).
Non solo un’occasione di riflessione ma anche una festa e un invito alla condivisione, alla fratellanza, all’amore, alla vita sotto lo slogan “Insieme siamo più forti”.
Sabato 28 giugno l’onda lunga del Puglia Pride arriverà a Lecce per chiudere quest’intensa settimana, che inizia il 23 a Foggia, con un festoso corteo. È la prima volta che il Pride approda nel capoluogo salentino, la scelta del coordinamento è ricaduta sulla città in quanto sede del nascente comitato Arcigay “Salento La Terra di Oz” e in quanto città candidata a Capitale Europea della Cultura 2019. Anche Lecce 2019 sposa l’iniziativa e parteciperà alla parata insieme con il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola.
La parata, che ha ricevuto il patrocinio del Comune di Lecce, prenderà il via alle 16.30 da Porta Napoli, percorrendo Via F. Calasso per proseguire in via M. De Pietro, via Giuseppe Garibaldi, via Imperatore Adriano e via Nazario Sauro per arrivare in Piazza Mazzini.
Alle 23:00 la giornata si chiuderà in festa alla stazione ferroviaria di Zollino (presso Locomotiva Breda) con il Color Party.
Variegato è il novero delle rivendicazioni dichiarate nel documento politico, a livello nazionale: matrimonio egualitario, adozioni per coppie dello stesso sesso, unioni civili, riconoscimento delle famiglie omogenitoriali e del genitore non biologico, procreazione medicalmente assistita, legge contro omofobia e transfobia, legge sul cambio di genere sessuale, leggi in materia di tutela della persona transessuale e
intersessuale oltre che sul lavoro, l’introduzione di un codice di autoregolamentazione per le materie LGBTQI. A livello regionale si chiede: una campagna di sensibilizzazione e informazione sulle malattie sessualmente trasmissibili, di aderire alla rete Re.A.Dy. ,aiuto ai migranti LGBT tramite formazione e progetti, coinvolgimento dell’università e della scuola nei processi di formazione ed educazione inerenti alle tematiche LGBT, centri specializzati nel percorso di transizione, piani sociali di zona, istituzione dei registri delle unioni civili e una riformulazione della modulistica cambiando la dicitura madre/padre a “genitore”.