Tra Pop e Surrealismo, a Lecce l'arte "bestiale" di Max Sauvage

A prima vista appare un artista pop, allineato alle forme espressive di personaggi come Roy Lichtenstein ed Andy Warhol, è lui stesso tuttavia a denunciare la propria distanza da quel modo di fare arte: "La mia arte -dice- è ben lontana dalle immagini oggettive prefabbricate di consumo merceologico che caratterizzano gli artisti pop statunitensi".Nel suo lavoro il fumetto è elaborato e rivisitato, le mitologie quotidiane della nostra epoca sono demistificate in una dimensione sociale, metaforica e surreale. Max Hamlet Sauvage fa propria la provocatorietà delle opere surrealiste: si ispira a Magritte, Savinio, Ernest, Dalì, anche se poi decide di adottare la tecnica dell'illistrazione e del fumetto, per rivivere e ripercorrere tutte queste eredità. I suoi dipinti finiscono per avere una forte carica ironica, scene di battaglia, ambienti metropolitani degradati, vengono rappresentati con una forte carica di barbarie e di violenza. Personaggi trasformati da esseri umani ad improbabili esseri, metà uomini, metà animali, con teste di uccello o di lupo. Le opere di Max Hamlet Sauvage sono esposte fino al 10 febbraio presso le Officine Cantelmo di Lecce.