Moda: Viaggio nel Made in Italy, da “Barbetta dressing fashion” si fila etica e qualità.

Un’impresa sapiente, appassionata, modella stili di lavoro etici, una poesia del fare che il Made in Italy rischia di perdere, insieme alla sua storia, se gli imprenditori non sapranno invertire una rotta discendente, in contrasto con i principi e i valori che hanno reso grande lo stile italiano nel mondo. Questo stile, questo gusto, frutto di una molteplicità di fattori umani, si respira ancora in una delle aziende cardine del “dressing fashion”, la “Barbetta Srl”, nata nel 1988 e considerata uno dei principali referenti del mercato dei servizi alle case di Moda, italiane ed estere.

Non si tratta di un segmento qualunque, ma di una ricerca costante (dei materiali, delle stampe, dei ricami, lo sviluppo dei prototipi, la realizzazione dei campionari) che punta all’eccellenza. Visitando i laboratori di quest’azienda che porta il nome di Luciano Barbetta nel mondo, si ha l’impressione di attraversare una Cinecittà della Moda, un Paese delle Meraviglie che sorge nella zona industriale di Nardò, a pochi chilometri del capoluogo salentino, tra distese di ulivi e macchia mediterranea. A dare il benvenuto a chi attraversa queste quinte per entrare nel backstage dell’azienda, c’è una vecchia macchina per cucire, una Singer appartenuta alla nonna di Barbetta, donna salentina d’altri tempi, espressione di un Sud d’Italia che oggi raccoglie la sfida della qualità e sceglie di farsi garante di tutele e dignità per i lavoratori.

Luciano Barbetta non è soltanto un industriale, è un sognatore, un custode. Il compito che si è dato e di cui la sua azienda è espressione è mettere al primo posto il valore delle risorse umane. In un momento tanto critico per il settore, la sua filosofia ha il profumo delle cose vere, quelle che contano. Formazione, lavoro di squadra, orari flessibili e profili introvabili, un vivaio di sarte che nel 2012 sono più rare delle fate e sembrano uscite da una favola del focolare. Mani laboriose che filano bellezza, etica, tradizione, cultura, sapienza.

Tutto questo accade nel Salento, al capolinea d’Italia, nella penisola d’acqua che spesso sceglie di raccontarsi per le sue attrattive turistiche e che nelle sue tasche cela tesori come questi, d’inestimabile valore. Alla fine degli Cinquanta, del resto, il Salento è stato il cuore pulsante di un grande polo industriale nel campo delle confezioni, all’epoca furono i tedeschi a capire che la manodopera salentina era, ed è, la riserva naturale di una tecnica antica. Oggi l’azienda Barbetta custodisce questo Dna e lavora per consentire ai cervelli in fuga da quest’Alma Mater di tornare.

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