"Guardare e sentire la vita delle persone che vivono nel salento, descrivere il proprio immaginario, parlare il dialetto della nostra terra, la cosa più importante durante la realizzazione di un film è avere una visione etica. Il cinema ti dà la possibilità di vivere un sogno che si realizza"
Ieri sera abbiamo seguito l’appuntamento, organizzato a latere della mostra “Vittorio Balsebre. Poetica”, a cura di Lorenzo Madaro e Brizia Minerva, organizzato da Agenzia per il Patrimonio Culturale Euromediterraneo, incentrato sul tema “Arte e pensiero visivo nel cinema di Edoardo Winspeare”. Tanti gli spunti forniti durante il dibattito con il regista Edoardo Winspeare, l’attrice Celeste Casciaro e lo sceneggiatore Alessandro Valenti, il docente di cinema, fotografia e televisione dell’Università dl Salento Luca Bandirali, e la Padrona di casa la Sen. Adriana Poli Bortone.
Le riflessioni emerse sono tante e di indubbia importanza, partendo dalla “settima arte”, su come il panorama delle arti visive sia contaminante tra artisti. Nelle scelte dei fil di Edoardo Winspeare si capisce ciò che lo differenzia dalla cinematografia italiana ed europea, è certamente il mondo che lui rappresenta, un mondo reale, una visuale a 360 gradi dello spazio (invece dei soliti a 180 gradi adottati dalle regole cinematografiche) ad esempio.
"Con Alessandro parliamo e discutiamo sempre tanto a livello estetico e psicologico. Abbiamo un’idea programmatica di immagini ma c’è anche tanto istinto, cerchiamo di cogliere la verità di ogni giorno, così affascinante"
“Il grande merito di edoardo è di aver fatto nascere in una terra dove non c’era alcuna produzione cinematografica una realtà come la sua. Aprire una strada e poter girare qui nel salento. Fare cinema oltre all’aspetto creativo e letterario è soprattutto un impegno economico, ed è fondamentale riuscire a trovare fondi. Il cinema è un’industria, ed è la seconda industria più sviluppata dopo quella delle armi negli Stati Uniti, la prima in Francia. L'industria del cinema porta crescita economica e spirituale. Aiutare il cinema vuol dire aiutare un territorio a crescere" Alessandro Valenti
Da "Pizzicata", il primo film del 1996 con cui il regista ha raggiunto notorietà a livello nazionale ed internazionale, a "Sangue vivo" in anteprima nazionale il 31 maggio 2000 a Lecce, fino ad arrivare a "In grazia di Dio", selezionato per partecipare alla 64ª edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino nella sezione "Panorama, e poi ad oggi con "Una vita in comune"
La sua cinematografia interpreta un’anima del Sud, che nei suoi film sembra ancora autentica e viva. Egli, in fondo, non fa altro che valorizzare la terra che ama. Cantare e valorizzare il Salento attraverso i luoghi, i volti, le persone, gli idiomi, la cultura tradizionale e, soprattutto, la musica, una musica ancestrale ma attuale.
"Ogni volta che partiva un mio film la produzione insisteva per non farmi utilizzare il dialetto, ed io invece puntualmente lo uso. Se alcuni dei miei personaggi recitassero in italiano non sarebbero credibili. E' il discorso della naturalezza che convince" E.W.
“ Credo che bisogni elogiare Edoardo Winspeare perché è riuscito a trasformare quello stato di vergogna che scaturiva della nostra lingua, dal nostro dialetto, recuperandolo e mutandolo in una identità e un orgoglio da trasmettere agli altri. Parliamo di quei valori semplici legati alla nostra terra e che per anni ci hanno convinto dovessero essere rinnegati. Appartengo, infatti, a quella generazione che voleva rimuovere l’essere provincia d’Italia. Ricordo che era più facile andare a Milano ed iniziare a parlare milanese che parlare in dialetto leccese. Il lavoro straordinario che voi, Edoardo ed Alessandro, avete fatto su queste tematiche è un vero recupero dell’identità, della lingua e dell’orgoglio di poter trasmettere valori semplici della nostra terra (della nostra ruralità) che permangono ancora in ognuno di noi. Con sincerità vi ringrazio per tutto questo e per aver portato con grande dignità il nostro dialetto nelle sale cinematografiche del mondo" Adriana Poli Bortone Presidente dell' Agenzia per il Patrimonio Patrimonio Culturale Euromediterraneo.