#Atavolaconlartista Paolo Cantele

L'atmosfera è quella che si respira nei quadri che hanno reso celebre la poetica di Edward Hopper, luci color miele, soffuse, il corpo centrale dell'angolo bar a farsi cuore e scenografia di uno spazio elegante, caldo e al tempo stesso contemporaneo e sofisticato.

A pochi passi da Piazza Mazzini, il Ristorante Nazionale accoglie così gli ospiti del primo appuntamento della rassegna #Atavolaconlartista, un format realizzato in collaborazione con SalentoWeb.Tv e dedicato alle personalità di spicco di un territorio che esprime tanta creatività, soprattutto aziendale.

L'idea di un ciclo di incontri a tu per tu con personaggi pubblici è un'occasione per conoscere da vicino gli aspetti più intimi di quanti, solitamente, sono conosciuti soprattutto per i successi ed i traguardi delle aziende che rappresentano.

Il format, infatti, è caratterizzato dal menu sensoriale scelto di volta in volta dai protagonisti e basato sui ricordi e gli aneddoti più significativi di una vita, nonché dalla playlist/colonna sonora, la musica che diventa il vero viaggio di scoperta e trasfigurazione del gusto nel piatto e nel calice.

Ad inaugurare la rassegna, ieri sera, il brand manager Paolo Cantele che, oltre a raccontare la storia della prestigiosa cantina ormai nota in tutto il mondo, si è soffermato sulla vicenda romanzesca che nel 1950 vissero i suoi nonni, Teresa Manara (un nome che ormai il grande pubblico lega ad uno dei Vini più amati della Cantele Winery) e Giovanni Battista Cantele, una straordinaria donna romagnola ed un altrettanto audace uomo veneto, che scelsero il Salento, all'epoca sconosciuto e lontanissimo da ogni fasto e moda, come luogo di ripartenza ed investimento nel futuro post dopoguerra.

Da qui l'inizio dei primi lungimiranti investimenti e poi, col susseguirsi delle generazioni, il perfezionamento di una idea vincente che oggi riscuote importanti riconoscimenti e continua a guardare avanti.

Il menu sensoriale accompagnato dai Vini Cantele (Teresa Manara, Amativo, Rohesia e Le Passanti), è stato magistralmente rivisitato dallo Chef Marco Silvestro: un antipasto delicato a base di baccalà mantecato, carpaccio di carciofi, radicchio trevigiano fritto, un primo piatto gustoso a base di tortello alla bolognese, crema di montasio, aria all'alloro, a seguire un secondo piatto (in omaggio alla passione del nonno di Paolo, la caccia) a base di petto e coscia di faraona alla veneziana, polenta scottata alla griglia, gran finale con un dessert a base di "fritole", ovvero frittelle dolci con uvetta e crema pasticciera e baci in gondola.

Sapiente l'arte dello Chef Marco Silvestro che ha saputo accompagnare la memoria di un ospite eclettico, molto rock, come la musica che ha scelto di proporre ai commensali della prima serata, mantenendo in perfetto equilibrio le ispirazioni e le ricordanze, la memoria e l'evoluzione di una cucina-laboratorio sempre all'altezza del luogo che la esprime, il Ristorante Nazionale del patron Davide De Matteis, diretto dall'impeccabile Luca Perrone.

Al termine di questo appuntamento al buio con i ricordi di Paolo Cantele, viene in mente un film che fece scalpore negli anni d'oro di Hollywood ed il cui titolo è il mood di una rassegna partita con successo, Indovina chi viene a cena?

Intelligente formula, dal sapore televisivo, ma anche radiofonico e certamente salottiero, un bel modo per incontrarsi e confrontarsi con chi ha saputo fare della propria vita un'opera d'arte. Passione, amore, impegno, in definitiva il segreto della felicità.

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