Il faro dell'isola di Sant'Andrea s'illuminerà di nuovo

Uno dei luoghi più suggestivi della costa ionica, l'isola di Sant'Andrea, torna protagonista grazie al progetto di potenziamento del suo storico Faro, l'obiettivo è valorizzare, anzi, illuminare, l'intero Golfo di Gallipoli grazie all'idea dell'Associazione Imprenditori del Turismo di Gallipoli che ha invitato il Comando di Marifari Taranto per valutare questa opportunità.

Il faro è uno dei simboli del Salento costiero e della Perla dello Jonio, potrebbe essere una tessera attrattativa in più, in seguito alla proposta di potenziamento, nel mosaico dell'offerta turistica del territorio. Lo ha spiegato anche il presidente dell'associazione Imprenditori del Turismo, Angelo Ria: "La valorizzazione di un bene meraviglioso, che renderebbe l'isola di Sant'Andrea ancora più attrattiva e accattivante. Gli esiti del potenziamento del fascio luminoso di altri fari italiani, come è accaduto per esempio a Bari, dimostrano che il faro rappresenta da solo un motivo per visitare il luogo in cui esso si trova, non solo per i turisti, ma per i residenti stessi".

Intanto, nei giorni scorsi, il presidente Ria, insieme al comandante di Marifari Taranto, Capitano di Fregata Carlo Salvati, hanno fatto un sopralluogo sull'isola di Sant'Andrea per tutte le valutazioni del caso, da questa collaborazione potrebbe nascere un futuro proficuo. Il Comando di Marifari ha già inoltrato richiesta al Provveditorato Opere Pubbliche di Bari per il progetto di ristrutturazione della colonna faro e degli alloggi sottostanti. Come ha sottolineato lo stesso Ria: "L'intervento restituirebbe agli edifici, che vertono ora in stato di precarietà, la stabilità e il rinnovamento che meritano, rappresentando per il golfo di Gallipoli e per tutta l'area del mar Ionio un baluardo simbolo della storia contemporanea".

L'isola di Sant'Andrea si estende per circa 50 ettari e dista poco più di un miglio dal centro storico della cittadina salentina di Gallipoli. È completamente pianeggiante e la sua altezza massima non supera i tre metri. Questa caratteristica porta l'isola ad essere spazzata dalle onde che ispirarono i Messapi nella scelta del nome, la chiamavano Achtotus (terra arida).
Il vecchio nome messapico venne dimenticato con la conquista dei Romani della città di Gallipoli (267 a.C.) e probabilmente prese il nome di Sant'Andrea solo alcuni secoli più tardi, quando i bizantini vi costruirono una cappella dedicata al santo.
In passato l'isola era usata dagli abitanti di Gallipoli per pascolare le greggi, che venivano trasportate tramite imbarcazioni. Ciò era possibile per la presenza di una fonte di acqua dolce a nord dell'isola. L'isola, oggi completamente disabitata, rappresenta un patrimonio unico dal punto di vista naturalistico. L'area rappresenta, infatti, l'unico sito di nidificazione nel versante ionico ed adriatico d'Italia della specie di gabbiano corso. C

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