Immaginate le Mura Urbiche di Lecce viste dall'alto, una visione aerea che restituisce lo stupore dell'insieme architettonico all'ingresso di Lecce e il cui progetto di recupero prosegue velocemente verso la data di apertura al pubblico prevista nel 2017. L'area cantierizzata abbraccia lo spazio dell'ex Carlo Pranzo dove sta venendo alla luce una strada extra moenia di epoca romana che sembra seguire la vecchia via per Brindisi girando dal bastione vicino al Circolo Tennis sino al Bar Commercio. Una volta terminata l'opera di recupero, questa strada romana sarà visibile e soprattutto percorribile, a differenza degli antichi tratti viari scoperti negli anni nella Lecce sommersa. Anche il capoluogo salentino, dunque, avrà lo spazio adeguato dedicato alla sua "Via Appia", un altro tassello prezioso nell'offerta turistica della città.
Il Parco delle Mura Urbiche avrà un plusvalore archeologico, costituirà un capitolo fondamentale nella grande storia della città e ne racconterà - proprio attraverso le "passeggiate" lungo la strada romana tra le mura - l'antica viabilità romana utilizzata sino al Medioevo, solo nel Cinquecento fu messa da parte in seguito alla costruzione delle nuove mura volute dall'imperatore Carlo V.
La strada romana è caratterizzata da un muro di delimitazione, due filari paralleli di blocchi squadrati, quindi la strada vera e propria fatta di ciottoli. Non si tratta dell'unico tesoro rinvenuto durante le fasi di scavo, come rende noto l'archeologo che presiede i lavori, il Professor Paul Arthur, questo tratto di città custodisce anche una parte di fossato di probabile età federiciana. Tutto questo è stato possibile grazie all'indagine archeologica preventiva che ha segnato la fase preliminare degli scavi. Di fatto, questa imponente opera di restauro sta già cambiando i lineamenti dell'ingresso di Lecce, è un colpo d'occhio evidente a chi arriva, ma anche a quanti qui risiedono e lavorano.
I lavori di recupero da 5,2 milioni di euro di fondi Poin per gli attrattori culturali stanno consentendo al progetto di proseguire senza intoppi lungo l’intera cinta muraria, da via Casale a Palazzo Giaconìa. L'obiettivo del progetto, lo ricordiamo, consiste nel recuperare il fossato cinquecentesco - ricoperto poi nell’Ottocento - scavando nel tempo dell'imperatore Carlo V, Gian Giacomo dell’Acaya e Loffredo Adorno. Per accedere ai bastioni i visitatori dovranno usufruire del passaggio che attraversa la sede dell’ex comando dei vigili urbani su via Leonardo Leo e che affaccia anche su viale De Pietro di fronte al tribunale penale. Anche questo edificio sarà recuperato, infatti, e sarà un centro di accoglienza turistica, info point nonché punto ristoro. Ci sarà anche l'ascensore panoramico che raggiungerà la passerella di dodici metri che collegherà l’edificio alle mura. Da lassù si potrà ammirare la chiesa di San Francesco da Paola e l’ex convento, oggi sede della Guardia di finanza, e lo storico spazio degli Agostiniani.
Lo scrigno si è aperto ancora una volta, tutti quanti potremo camminare nel nostro passato.