Il festival itinerante de La Notte della Taranta, che negli ultimi anni ha contribuito a far conoscere nel mondo l’importanza delle tradizioni salentine, a poche tappe dalla grande conclusione del 27 Agosto a Melpignano, ha già riscosso un enorme successo.
Eppure la fondazione de la Notte della Taranta, quest'anno ha voluto scommettere: il Salento non è solo pizzica, e la pizzica non è l’unica musica rappresentativa del Sud Italia.
Ecco con quale scopo è nata la rassegna “Altra Tela”, una serie di appuntamenti che hanno preceduto le tappe del festival itinerante, e che hanno ospitato artisti e spettacoli dalle sonorità sempre diverse.
Differenti sono state anche le location scelte per questi eventi, spesso a metà tra musica e teatro: piccole piazze, corti di antichi castelli, slarghi quasi nascosti tra il dedalo dei vicoli nei bellissimi borghi salentini.
Un’atmosfera intima, raccolta, per spettacoli che non hanno bisogno di enormi palchi per essere raccontati.
Perchè è di racconti che la rassegna “Altra Tela” vive, racconti di artisti che hanno scelto di mostrare strade differenti, orizzonti più lontani.
E quale miglior racconto per inaugurare questa rassegna, se non quello dell’opera teatrale “La Gatta Cenerentola” che Giovanni Mauriello ha portato nella cittadella fortificata di Acaya. Tratto da una favola antica, musicato in tempi moderni: unico incrocio di momenti storici differenti, omaggio tra i più belli alla cultura napoletana.
Pino Ingrosso nella piccola piazzetta di Soleto, ci ha accompagnati sulle “Note di un viaggio” nel suo Sud, attraverso il dialogo con le piccole cose, con gli eventi di un passato mai dimenticato. Ha ripercorso la natura emigrante di questa terra, usando come filo conduttore il mare >.
Parte dal racconto dei mestieri del passato Dario Muci, che a Martignano, ha riscoperto l’antica arte dei “barbieri musicisti”; è stato un vero e proprio studio storico il suo, per ritrovare una tradizione quasi completamente scomparsa nel Salento, ma che è forte nel ricordo di alcuni dei nostri anziani.
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E’ l’amico e maestro Antonio Calsolaro, figlio di un “barbiere musicista” che ha contribuito a riarrangiare i brani proposti: mazurche, walzer, balli di coppia, serenate. Gli spettatori sono così ritornati ad un tempo in cui erano musica e danza a scandire il passaggio delle ore.
A Castrignano dei Greci ci siamo allontanati con l’immaginario dalla Puglia, per arrivare a Roma accompagnati dalla calda voce di Giorgio Tirabassi.
“Romantica” o “Roma - antica” è uno spettacolo nel quale vengono proposti brani popolari in chiave Jazz, che mantengono vivo e palpitante un cuore romanesco irriverente, che parla d’amore, di vittorie e di sconfitte.
Il racconto delle vite del popolo, con le loro luci e le loro ombre: Tirabassi, attore affermato, usa il teatro e la poesia per riaffermare il potere della musica che salva e che condanna.
Nei vicoli di Cutrofiano, il tamburo è stato il protagonista indiscusso della metafora agro-pastorale portata avanti da Alfio Antico nel suo progetto trentennale.
L’amore per la propria terra, la Sicilia, si esprime attraverso i suoni e gli strumenti tipici come lo “scacciapensieri”, armonia ideale per la ricerca del perduto rapporto di dignità e rispetto nei confronti della natura. Barulè”, o “Baronessa”, era il nome di un animale. Quando morì istintivamente mia nonna mi disse “Fanne un tamburo”. E così è stato>>.
E di rispetto e memoria, ha raccontato anche lo spettacolo “Bella Ciao”, lavoro di ricerca che prosegue quello iniziato quasi cinquant’anni fa.
Incontro ispirato di artisti provenienti da terre diverse, ma accomunati dalla necessità di legare la memoria alle nuove esigenze sociali che si rinnovano di generazione in generazione.
Così le cantanti Lucilla Galeazzi, Elena Ledda e Ginevra Di Marco, si sono unite ai musicisti Alessio Lega, Andrea Salvadori, Gigi Biolcati e Riccardo Tesi per fondere le voci della piazza di Sternatia in un unico grande coro.
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La rassegna ha ottenuto un successo incredibile, dimostrando con i suoi ospiti, che il Sud non è solo un luogo geografico, è un modo di essere, di respirare, di esprimersi: “essere a Sud”, vuol dire conoscere le storie di chi ha tracciato le strade su cui muoviamo i nostri passi.
Riscoprire il passato per allargare i propri orizzonti culturali: questo è stato il messaggio di “Altra Tela”, il festival che racconta la musica popolare di “tutti i Sud del mondo”.