“Salentu lentu lentu è na cosa rara, lu piparussu, la culumbara, nu picca tuce nu picca mara”
(Salento lento lento è una cosa rara, il peperone, la colombara, un pò dolce, un pò amara) - Mino De Santis
Non si può parlare di un viaggio nel Salento, che ha come protagonista il giudice culinario più “cattivo” del bel paese, senza trovare un intro meritevole che a suon di musica racchiuda il senso vero di ciò che vogliamo raccontarvi. Mino De Santis, cantante e cantore salentino, in questi casi, è sempre di grande aiuto con le sue parole che sono quadri dipinti di giallo accecante e di azzurro cristallino, ma anche di color verde prato: di Salento.
E anche se da ciò che stiamo per raccontarvi è ormai passato un anno e mezzo, la replica di “On the road”, programma di Sky Arte condotto dall’ l’italo-americano Joe Bastianich, amatissimo e temutissimo giudice del talent culinario “Masterchef” (in giro per l’Italia in una versione inedita a caccia di vere chicche della musica popolare dei vari territori) ha scatenato la nostra voglia di racconto, per spiegare a parole l’entusiasmo di un americano che s’imbatte con un pastore che fa pascolare le pecore e poi canta, donne che non danno indicazioni per pudore e luoghi piccoli e inesplorati che non hanno nemmeno un ristorante aperto a pranzo. Ma torniamo a Mino De Santis. Lui, insieme ai Sud Sound System, a Cesare dell’Anna, ai Mascarimirì e a Vituccio il Pastore, sono stati la meta, la destinazione da cui, per Bastianich, una volta arrivato in Salento e girato la chiave per aprirne la porta, si è spalancato un mondo fatto di ritmo, di tamburelli, di voci antiche e moderne, di chitarre e di tromboni della banda. Senza dimenticare le fisarmoniche. Perchè “On the road”, questo il titolo del programma, non parla di cucina, “On the road” parla di musica popolare, di tradizione, di territorio pulsante e vibrante. E quando gli argomenti sono questi, non sorprende che proprio il Salento sia scelto come prima tappa e prima puntata della trasmissione ormai giunta alla seconda edizione.
Bastianich, da New York, ci aveva visto davvero lungo “perchè la Puglia va di moda a New York e io sono davvero molto curioso”.
Probabilmente, l’attenzione sul Salento, è scaturita dalla Notte della Taranta, evento che ha ormai varcato i confini d’oltreoceano, eppure Joe s’innamora dei ritmi più diversi, da quelli “bandistici” di Cesare dell’Anna a quelli ritmati dei Mascarimirì, dal suono emozionante di Mino De Santis fino all’energia dei Sud Sound System.
Vituccio il Pastore, è solo la ciliegina sulla torta di un percorso salentino che ha saputo lasciare il segno. Prima le capre, poi la sua voce ad accompagnare la fisarmonica, e Joe ne resta incantato.
“Se un albero viene espiantato, è come se ci venisse tagliato un braccio” gli spiega Mino De Santis, “la nostra musica fa raggiungere la catarsi, fa sudare e fa dimenticare i problemi” gli fanno eco i Sud Sound System. Per Joe è facile comprendere che “come la taranta cura i morsi del ragno, la musica dei Sud cura l’anima” spiega al compagno di viaggio Mike Seay.
E se ne innamora, e balla, e suona la chitarra e dimentica la sua cucina. Forse perché è sul palco, con gli artisti salentini, a spruzzare un pò d’America, e a lasciarsi completamente inondare di musica popolare, quella che ama quasi quanto i piatti prelibati che giudica e che fa creare.
“E hanno ragione che nun è Italia, e hanno ragione nu è mancu Puglia. Quistu è nu pizzu calatu a mare, è na friseddhra.. è n’acqua e sale”
(E hanno ragione che non è Italia, e hanno ragione non è nemmeno Puglia. Questo è un pizzo calato in mare, una frisella, un’acqua e sale) - Mino De Santis “Salentu”