“Per fare giornalismo serve passione, non bisogna avere mai paura di ricominciare, anche quando si è messi da parte”. Inizia così il discorso di Giovanni Minoli, a Lecce presso il Rettorato, durante la presentazione del suo libro “La storia sono loro. Faccia a faccia con trent’anni di attualità”. Minoli dichiara di fare una televisione ”di servizio pubblico”, contro quella commerciale. Serve una televisione che faccia da controcanto, che sia sempre dalla parte del cittadino. Minoli poi parla della potenza televisiva, molto più pericolosa della bomba atomica. E poi descrive una politica italiana senza più un primato: sconfitta dalla televisione (l'esempio è "Vieni via con me" con Fabio Fazio e Roberto Saviano). L’incontro salentino è stato organizzato dall’Ande (Associazione Nazionale Donne Elettrici) di Lecce, in occasione dei 150° anniversario dell’Unità d’Italia, in collaborazione con Provincia di Lecce, Università del Salento e Città di Lecce. L’ultimo lavoro editoriale del giornalista Rai rappresenta una vera e propria raccolta dei personaggi che ha incontrato e intervistato, tracciando così l'evoluzione del Paese negli ultimi trent’anni anni. Un libro ricco di interviste che comprendono nomi di primo piano delle cronache nazionali: si va dalle riflessioni di Bettino Craxi sul sequestro Moro e sui suoi quattro anni al governo, alle esternazioni di Francesco Cossiga dopo le sue dimissioni dalla Presidenza della Repubblica; dalla stagione di Tangentopoli, alla discesa in campo di Silvio Berlusconi, che alle telecamere di Mixer annuncia l’avvento di un “grande e nuovo miracolo italiano”.