Nuova giornata di proteste oggi a Lecce. I lavoratori della Salento energia che da tempo stanno lottando per poter lavorare e garantire una vita dignitosa per sé e la propria famiglia sono ancora a casa e si chiedono quando questa situazione si scongelerà. Alcuni sono disperati perché hanno paura che anche la loro vertenza, come quella di tanti altri lavoratori salentini, ad esempio gli Adelchi di Tricase che vivono di cassa integrazione più volte rinnovata, possa finire nel dimenticatoio. Anche questa volta nessuna risposta concreta che possa tranquillizzarli. Poco più in là altri lavoratori hanno protestato, presso palazzo Carafa, sede del Comune di Lecce. Sono i netturbini che gestiscono la pulizia del capoluogo salentino. Hanno deciso di incrociare le braccia, per 24 ore, non perché il lavoro lo stanno perdendo, non perché sono in cassa integrazione, non perché non recepiscono lo stipendio da mesi, anzi. Lo fanno perché non vogliono essere definiti fannulloni, sfaticati, assenteisti. Intanto la protesta ovviamente ha le sue conseguenze in città, sul suo decoro e la sua igiene. In previsione dello sciopero dei netturbini, il sindaco ha sollecitato i suoi concittadini a tenersi, per un giorno, i rifiuti in casa e a non depositare i rifiuti nei cassonetti. Inutilmente Paolo Perrone ha atteso la delegazione dei netturbini. Nonostante avessero appuntamento per le 13.00, nessuno dei manifestanti si è presentato nell'ufficio del primo cittadino.