Al via i lavori al Tito Schipa di Lecce. “La casa delle donne” rischia lo sfratto

Si è ormai pronti a procedere verso la cantierizzazione dei lavori al “Tito Schipa” di Lecce. Quell'ex liceo musicale si appresta a diventare “Casa della Musica” e sede permanente della Fondazione Tito Schipa di Lecce.
S'interrompe, così, bruscamente, il sogno di tutte quelle donne che avevano trovato 'casa' e dato dimora alle più disparate espressioni di vita e d'arte tutte rigorosamente firmate 'in rosa'.
Il 'nido' di una Federazione, la Libera Federazione Donne, che nell'ultimo anno ha dimostrato grinta e coraggio, che ha gridato ingiustizie e sostenuto valori imprescindibili.
L'ultimo importante gesto la scorsa domenica, un panno nero “per Sarah e le altre” e amarezza e disgusto verso una fine terribile, una condanna ad una sofferenza inaccettabile, un 'orco', così è stato definito l'assassino di Sarah Scazzi, che non è il primo e, purtroppo, non sarà neanche l'ultimo.
Donne che non possono accettare un destino preconfezionato, che vogliono lottare e guadagnarsi il loro piccolo spazio nell'avverso cielo di una quotidianità che racconta di pari opportunità ma che, in realtà, narra le fila di un Paese, l'Italia, in netta arretratezza rispetto ad altri scorci europei. Nei paesi scandinavi, ad esempio, per legge, la parità tra generi si concretizza nel 50% e non soltanto in politica ma bensì in tutti i consigli di amministrazione di aziende sia private che pubbliche. Beh, strano, ma pare che da quando tali cambiamenti siano stati apportati, il PIL sia cresciuto notevolmente.
Una realtà già difficile che anche l'amministrazione provinciale pare non tenere in considerazione, pare dimenticare l'importanza di una macchina evolutiva che ha bisogno di spazio e libertà per agire.
“Abbiamo appreso dai giornali che a giorni sarebbero stati cantierizzati i lavori, proprio noi che in prima linea, al fianco della Provincia, ci siamo adoperate per reperire le stesse risorse regionali destinate alla ristrutturazione, noi che oggi ci ritroviamo con in mano soltanto danni morali e materiali” sono state queste le parole di Antonella Mangia che rivolge un ultimo appello ribadendo l'urgenza di un tavolo istituzionale con Regione, Provincia e Comune.