Ilaria Cucchi a Lecce

Alcuni volti, più di altri, portano i segni di una bellezza disperata poiché peculiarmente umana, figlia di una dignità impossibile da piegare, zittire, ignorare. Il volto di Ilaria Cucchi è così, sublimato dalla sua ricerca della verità, non solo per suo fratello Stefano, ma per una comunità intera che dalla sua storia deve ripartire per ristabilire un diritto di tutti gli esseri umani.

Il calvario di Stefano Cucchi è ormai tristemente noto, anni fa la scelta dolorosa della famiglia Cucchi: rendere pubbliche le fotografie del corpo martoriato così come gli apparve all'obitorio. Una scelta che ha segnato l'inizio di un percorso e di un processo mediatico, da allora, come dice la stessa Ilaria Cucchi: "Non mi sento più sola in questa battaglia, chi è colpevole dovrà pagare, io non mi arrenderò mai, non voglio fare di mio fratello un eroe, era solo un ragazzo con dei problemi di droga, non ho mai detto che non avrebbero dovuto arrestarlo, ma dico che chi avrebbe dovuto tenerlo in custodia lo ha ucciso."

Ieri sera abbiamo incontrato questa donna straordinaria a margine dell'incontro tenutosi a Lecce nell'ambito di XOff Conversazioni sul futuro, mentre una delle sale dell'hotel President si riempiva di cittadini pronti ad ascoltarla, Ilaria Cucchi ci ha raccontato questa storia a partire da un principio molto semplice: "E' necessario parlarne, è necessario continuare a cercare la verità, le parole sono l'unica arma che abbiamo contro l'omertà organizzata, contro un muro di silenzio legittimato da chi ha assolto i colpevoli decretando di fatto il fallimento della Giustizia. Perché a questo punto non è vero che la legge è uguale per tutti. Andrò fino in fondo."

Quello che è stato più volte definito un "omicidio di Stato", ha costretto la magistratura a concentrare le forze sul caso Cucchi e intanto Ilaria ed il suo legale, l'avvocato Fabio Anselmo, girano l'Italia per incontrare la gente, le persone comuni, quelli abituati a metabolizzare in fretta certe brutte notizie ascoltate superficialmente al tg o lette sul giornale e coperte da nuovi fatti il giorno dopo, persone che non crederebbero mai possibile un simile accanimento, non contro qualcuno che hanno amato e cercato di proteggere, un figlio. Stefano Cucchi così è diventato il figlio di un'Italia intera, un Paese cieco che lentamente deve togliersi la benda dagli occhi e abituarsi a definire i contorni delle cose senza intermediari e interpreti del reale, ma toccandone con mano la consistenza e militando affinché non si ripeta e affinché sia fatta giustizia.

"Sapere che a qualcun altro interessa intraprendere un percorso di giustizia è importante anche se le preoccupazioni ci sono. - ci spiega Ilaria Cucchi - Ieri sera all'uscita dall'udienza dopo la notizia dell'apertura dell'inchiesta, ho dichiarato che ho paura di come andranno le cose, ho paura perché ho alle spalle un percorso difficile che non avrei mai immaginato di poter affrontare in un' aula di giustizia dove si faceva un processo al morto, sul banco degli imputati persino c'era il suo carattere ed i periti continuavamo a parlare di caduta dalle scale. Ancora una volta mi trovo di fronte qualcuno che presumo possa essere ostile alla verità."

Uno striscione campeggiava in fondo alla sala gremita dell'Hotel President di Lecce, ieri sera, "Forza Ilaria Cucchi!" e "Siamo tutti Stefano Cucchi", così era scritto a grandi caratteri, non solo un motto, ma una grande lezione di civiltà e solidarietà partecipata, non possiamo permetterci di lasciare sola Ilaria Cucchi, sarebbe come negare il diritto alla nostra stessa umanità e alla vita.