Il viaggio di SalentoWeb.Tv nei Comuni del Gal Terra d'Arneo

"L'Arneo, un'espressione vagamente favolosa, come nelle anti­che carte geografiche quei vuoti improvvisi che s'aprivano nel cuore di terre raggiunte dalla civiltà." Così scriveva Vittorio Bodini nel 1951 nel suo intenso articolo dedicato al rogo delle biciclette e delle lotte contadine di cui fu testimone prezioso. Ma il suo sguardo - oggi ritrovato e studiato - non si limita all'analisi del giornalista, solo un poeta, infatti, avrebbe potuto cogliere l'anima profonda di questo Salento più interiore: "Siamo in una landa macchiosa che ci circonda a perdita d'occhio, tutta groppe ispide come d'una sterminata mandria di bufali. Solo verso oriente una striscia di sole rimbalzando su un rialzo di terra scopre una piccola costruzione abbandonata, deve essere la torre del Cardo, dove dicono vi sia un tesoro sotterrato."

L'Arneo, questo margine della penisola salentina ancora capace di esprimerne la natura arcaica, l'atmosfera a tratti surreale dominata da un addensamento di case a corte, cappelle, statue erose dal tempo, affreschi, vigneti, centri storici cristallizzati come insetti nell'ambra e fermi nella clessidra di un piccolo mondo antico, "espressione vagamente favolosa" e "vuoto improvviso" per Bodini, oggi è considerato il giardino dello Jonio. Sono lontani i tempi delle lotte contadine, negli ultimi anni questa porzione di territorio ha deciso di valorizzare risorse e tipicità, ponendosi come snodo fondamentale per lo sviluppo economico rurale e per le tradizioni che ne hanno caratterizzato l'identità.
Un percorso necessario avviato con successo dal Gal Terra d'Arneo (nato nel 1997 dall’iniziativa di alcune Amministrazioni Comunali che, insieme ad un piccolo gruppo di aziende, hanno deciso di provare ad avviare un processo di sviluppo dell’area) che ha chiesto a SalentoWeb.Tv di raccontare in un video i percorsi culturali, artistici e rituali dei Comuni che lo compongono: Nardò, Porto Cesareo, Leverano, Veglie, Salice Salentino, Guagnano, Campi Salentina, Carmiano e Copertino.

Per costruire questo racconto, abbiamo vissuto un vero e proprio viaggio attraverso le atmosfere di ogni centro storico e scegliendone alcuni scrigni architettonici peculiari, entrando nel vivo degli eventi religiosi tramandati da generazioni. Il nostro percorso è cominciato a Veglie, la cui fondazione è antichissima, e dove si tramanda il culto di San Giovanni Battista bambino come testimoniato dalla statua protagonista dell'annuale processione.

Il 23 giugno scorso, dopo aver seguito le fasi preparatorie della festa e l'allestimento delle tradizionali luminarie, abbiamo seguito la processione partita dalla Chiesa Madre di Veglie e snodatasi attraverso i vicoli del borgo per poi fermarsi in Piazza per la consueta consegna delle chiavi del paese al Santo accompagnato dal concerto bandisco e dalle confraternite religiose.

Tante generazioni, tanti volti e storie intrecciate al rito della festa che ogni vegliese contribuisce ad illuminare ponendo un cero, una candela, una luce - come si usava anticamente - sull'uscio di casa, per salutare il passaggio della statua portata a spalla. Dopo il crepuscolo, la festa si colora delle sfumature ricchissime delle luminarie, uno dei simboli del Salento in festa.

Dopo aver visitato Veglie, ci siamo spostati nella vicina Carmiano, dove sorge la Chiesa dell'Immacolata che custodisce la traccia della prima edificazione risalente al 1629 come testimonia il doppio altare ornato di affreschi.

a Carmiano, inoltre, sorge il Palazzo dei Celestini caratterizzato dalle due statue poste ai lati dell'ingresso principale. Il Palazzo, che sorge sulla via provinciale per Lecce, è testimonianza inconfutabile della permanenza dei Padri Celestini a Carmiano, che si insediarono nel 1448.

Tra le tappe più significative del nostro viaggio: Copertino. La città del Santo dei voli, caratterizzata dal castello (ora in fase di restauro), racchiude nel suo centro storico il Santuario dedicato a San Giuseppe. La costruzione del Santuario di San Giuseppe fu pensata nel 1753 anno della beatificazione di fra Giuseppe Desa. Nel 1754, dopo una serie di incomprensioni tra alcuni privati e l'Universitas, su disegno del copertinese Adriano Preite si dette inizio ai lavori. Fu necessario abbattere un tratto delle mura e la chiesa di San Salvatore. Come si leggeva in un'epigrafe scomparsa, la chiesa fu terminata nel 1758. L'edificio comprende anche la stalla in cui Franceschina Panaca diede alla luce Giuseppe Maria Desa.

Tra le tante altre perle architettoniche di Copertino, la Chiesa della Madonna della Neve è certamente degna di nota. La Basilica di Santa Maria ad Nives sorse nel 1088 per volontà del conte Goffredo il Normanno e fu intitolata alla Vergine Assunta. Nel 1235 Manfredi, principe di Taranto e conte di Copertino la elevò a basilica regia intitolandola alla Vergine delle Nevi.

Ma la bellezza dell'Arneo storico-culturale non è solo negli edifici religiosi imponenti, forse uno dei tratti più preziosi di questo percorso di riscoperta è quello legato alla chiesetta seicentesca di Santa Maria che si trova nel centro storico della Città dei fiori, Leverano. La Chiesa caratterizzata dalla volta affrescata, ospita tre antiche statue dei Misteri in cartapesta ed un pregevole altare. Sotto queste volte, tra queste statue, si respira l'essenza di un Salento mistico capace di rapire e stordire l'osservatore.

Il cuore del Gal Terra d'Arneo è Nardò, la cui vertiginosa bellezza è costituita da una particolare densità di palazzi storici, giardini segreti, case a corte disseminate in uno dei centri storici più preziosi del Salento.

Piazza Salandra, considerata una delle piazze barocche più belle del Mezzogiorno, è concepita come un vero e proprio teatro le cui quinte sono costituite dal Sedile, dalla Guglia centrale, il Palazzo dell'Università, la Chiesa di San Trifone, la fontana del Toro sul fianco della Chiesa di San Domenico che ammalia i visitatori con la sua facciata ricamata in carparo.

Oltre all'assetto di Piazza Salandra, stupisce nel ventaglio architettonico neretino la Cattedrale impreziosita da affreschi e colonnati, una vasta teoria di altari e statue che puntano all'Altare Maggiore sormontato da una cupola preziosa.

Lo stesso stupore suscita a Campi Salentina, un altro dei Comuni del Gal Terra d'Arneo, la Colleggiata di Santa Maria delle Grazie in Piazza Libertà.

Sulle serre intorno a Campi sorgevano i piccoli borghi di Afra, Bagnara, Firmigliano, Ainoli e Terenzano, che furono invasi e distrutti dai saraceni nel 926. Le origini dell'attuale centro urbano si fanno risalire a questo evento, quando i profughi trovarono le condizioni ideali per la sopravvivenza e la difesa tra le aree boscose della conca. Abbiamo attraversato queste serre per spostarci nella vicina Guagnano, penultima tappa del nostro viaggio alla scoperta del Gal Terra d'Arneo.

Arrivati a Guagnano abbiamo raggiunto una delle piazze salentine che sembrano ancora scandire il ritmo del secolo scorso. Qui sorge, proprio accanto al Municipio, la Chiesa di Santa Maria Assunta con il suo prospetto rivolto a levante e non a ponente, contrariamente all'orientamento di tutte le chiese cattoliche dell'area mediterranea. Secondo la leggenda, il precedente edificio fu eretto in seguito al ritrovamento dell'immagine della Vergine del Rosario scoperta da un contadino.

Il nostro percorso si è concluso a Salice Salentino, nel gioco di luci della controra salentina che sublima i vicoli di questo piccolo centro agricolo e si riflette sulla pietra chiara della Chiesa di Santa Maria Assunta nella piazza dove tutto si concentra, la vita, gli sguardi, le storie di questo Arneo ancora a misura d'uomo. A chiudere il cerchio magico di questa terra dalle tante voci, un tramonto mediterraneo a Porto Cesareo, frontiera jonica d'Arneo, paesaggio che non si può più dimenticare.