#noncomprofrancese, e tu?

Queste righe non porteranno avanti il messaggio e la campagna #iononcompromadeinfrance, ve lo premettiamo. E non perché i cugini d’oltralpe non meritino un trattamento speculare a quello che ci stanno riservando, ma solo perché la logica del restituire “pan per focaccia” non rientra nella nostra idea di fare comunicazione e perché no, anche di agire nella vita di tutti i giorni. Piuttosto preferiamo “perdere tempo”, se di perdita di tempo si può parlare, a raccontarvi ciò che sta accadendo, lasciandovi liberi di prendere posizione, di arrabbiarvi e di pensare a nuove soluzioni di fronte ad un problema che non possiamo non definire calamità naturale.

Le cronache di questi giorni parlano chiaro: il batterio xylella ha provocato ingenti danni e va, necessariamente, debellato. Come? Sradicando o curando? Questo è il punto della questione. Questo è il cuore della vicenda che sta coinvolgendo cittadini, associazioni di categoria, commercianti, imprenditori e infine i politici del territorio pronti a farsi sentire nel corso di manifestazioni organizzate e di convegni nati ad hoc per trovare soluzioni ad un problema che ha fatto il giro del mondo e che girando, è scivolato in Francia, unico paese da cui è partito un blocco verso 102 specie vegetali provenienti dalla Puglia.

Una decisione penalizzante che non ha minimamente tenuto conto della gravità delle conseguenze che l’embargo può portare ad una regione intera e ai suoi cittadini. Una scelta pericolosa, allarmistica. Un caos non calmo che aggrava la già precaria situazione agro-alimentare pugliese minacciato dalla xylella fastidiosa.

Come prevedibile, la risposta perfetta non ha tardato ad arrivare: se boicotti la Puglia, la Puglia inizierà a boicottare te. Per questo semplici cittadini e associazioni hanno fatto partire una campagna contro i prodotti francesi, proponendo di non acquistare ciò che viene dalla Francia. Tra i primi a prendere una posizione in linea con questo pensiero è stato il possibile candidato presidente per il centro destra alla Regione Puglia, Francesco Schittulli che in tutti i suoi post su Facebook ha utilizzato l’hashtag #iononcompromadeinfrance. L’hashtag non è rimasto solo: sono in tanti infatti ad utilizzare sui social #iosonopugliese e #noncomprofrancese ideati per sensibilizzare l’attenzione pubblica verso un problema (il boicottaggio dei prodotti pugliesi) nel problema (l’essiccamento degli ulivi). La guerra è nella guerra, direbbe qualcuno, ma di questo non troviamo davvero il senso e preferiamo sperare che nel 2015 siano la collaborazione e l’alleanza la chiave del successo, e non il distacco forzato e un volta spalle improvviso.

Intanto, in Puglia, il prossimo passo sembra andare nella direzione del boicottaggio della Fiera dell’agroalimentare di Nizza, “L’Italie à table”, boicottaggio che secondo alcuni esponenti politici vicini all’area di centrodestra dovrebbe essere attuato in primis dai Gal Pugliesi ( il Gal Terra d’Arno tra l’altro proprio nella giornata di domani ha organizzato un convegno per parlare del sistema dell’agroalimentare in Puglia come vi abbiamo raccontato qui).

Quali saranno gli sviluppi? Quale sarà il coinvolgimento della cittadinanza? In quanti prenderanno posizione e boicotteranno i prodotti francesi? Di questo poco importa, a pensarci bene. Quello che conta è trovare soluzioni, non creare inutili allarmismi, evitare soluzioni drastiche e omaggiare, così come meritano, gli ulivi pugliesi, con politiche che mirino verso una sola direzione: la loro salvezza.

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