Martin Luther King ha …sognato, John Lennon ha …immaginato, i Fleetwood Mac hanno …sperato…e tu? Qual è il tuo sogno di pace?
Il gruppo “GPace – Giovani per la Pace” per questa Pasqua 2012 lancia un’iniziativa popolare affinché tutti coloro che, come loro, sono capaci di sognare e di immaginare un futuro “pulito”, basato sui semplici concetti di rispetto reciproco, tolleranza e uguaglianza, fra i popoli così come fra vicini di casa e fratelli, possano esprimersi con il proprio pensiero, il proprio sogno.
I giovani salentini partono dalla considerazione che “pace si può” e dalle testimonianze concrete di alcuni GRANDI (Martin Luther King, Madre Teresa, Mahatma Gandhi, …John Lennon) che hanno basato la loro totale esistenza sui sogni di pace e che, in alcuni casi, sono riusciti a concretizzarli.
Pertanto, che male c’è a sognare? …a immaginare? …a sperare? No, non c’è niente di male, anzi, c’è del “bene”, e questo bene va scambiato e condiviso. Per questo gli studenti di Lecce offrono una bacheca virtuale (Scambiamoci un sogno di pace) su Facebook dove ognuno è libero di prendere e di dare, di leggere e di pubblicare, i sogni di pace, propri e altrui.
"GPace - Giovani per la Pace" è un progetto ambizioso che intende rendere Lecce ed il Salento il territorio nel Mediterraneo e nel mondo portavoce della necessità, della voglia e del sogno di pace da parte dei giovani. Non nasce dalla politica e non nasce dalla religione, ma è stato concepito dai ragazzi di Repubblica Salentina, studenti dell'Istituto Costa di Lecce.
Educare oggi i giovani alla pace rappresenta il modo migliore per avere domani governanti e dirigenti capaci di concepire un mondo di interazione tra gli uomini e tra i popoli senza conflitti. Dietro alla parola "pace", i ragazzi leccesi hanno sempre visto gli alti valori legati al rispetto reciproco, alla convivenza e alla tolleranza. La principale caratteristica del progetto è che nasce dal basso, dai giovani stessi, e non, come spesso accade, dagli adulti. Questo offre al movimento una marcia in più in quanto i "linguaggi" di comunicazione (il gergo, la grafica, gli strumenti) sono proprio quelli del loro mondo.