Clandestini nel salento. Mantovano: da tempo indagini per colpire i trafficanti di uomini

A Lecce il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza, presieduto dal sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano, ha fatto il punto sull'aumento di sbarchi negli ultimi mesi sulle coste del Salento.

Pur trattandosi di un fenomeno che desta preoccupazione, sono emerse dalla riunione le «profonde differenze - afferma Mantovano in una nota - rispetto alla situazione che ha interessato il Canale d'Otranto fino al 2002, e a quella che ha riguardato Lampedusa e le coste della Sicilia fino a maggio 2009».

Differenze, per Mantovano, «anzitutto quantitative: oggi si è nell'ordine delle centinaia di soggetti che arrivano, in passato, su entrambi i fronti ricordati, si era nell'ordine delle decine di migliaia. Poi di modalità di intervento e di coordinamento tra le forze di polizia. Non vi è un solo clandestino che arriva oggi che non sia intercettato, identificato, e quindi avviato, a seconda dei casi, o a un Centro di identificazione e di espulsione o a un Centro per i richiedenti asilo, ovvero, se minore, a una struttura protetta.

Infine, di provenienza geografica la gran parte sono afghani, o comunque partiti da Stati che teoricamente legittimano la presentazione di una domanda di asilo, o di protezione umanitaria». Quanto alle indagini per colpire i trafficanti di uomini, alcune «hanno già avuto significativi esiti nelle ultime settimane», assicura Mantovano.

Poiché le imbarcazioni in partenza provengono dalla Turchia, in 16 sbarchi su 27 nel 2010, e dalla Grecia, per la restante parte, «sono in corso contatti fra i nostri ufficiali di collegamento, affiancati da funzionari inviati dall'Italia, e le forze di polizia greche e turche per realizzare quella stretta collaborazione che, evitando le partenze, svolga l'attività preventiva che ha ben funzionato, e continua a funzionare, con Stati come l'Albania e la Libia».

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