Emergenza carceri. A Lecce 1450 detenuti. La Cgil lancia l'allarme

A Lecce siamo a 1450 detenuti. 1 poliziotto penitenziario ogni 75 detenuti, 140 agenti in malattia, mezzi insufficienti e senza manutenzione. Problema sanitario: l’Asl solleciti l’organizzazione di ambulatori interni. Dove sono e cosa fanno i parlamentari salentini che vediamo in campagna elettorale?”. E’ la denuncia della Cgil che lancia l’allarme sulla situazione drammatica che si vive dietro le sbarre nella casa circondariale di Lecce.

Il personale di Polizia Penitenziaria in servizio nella Casa Circondariale è allo stremo. Il grave sovraffollamento di detenuti e le conseguenze che ne derivano in termini di carichi di lavoro, ormai inaccettabili per il personale di Polizia Penitenziaria, non può continuare a passare inosservato. Questo c’è, secondo la Cgil, dentro Borgo San Nicola che punta il dito: "Il Governo ha scelto di non decidere su come affrontare l’allarme che già da mesi lasciava presagire che la situazione del sovraffollamento, in mancanza di interventi preventivi, si sarebbe aggravata fino ad arrivare alla ormai difficilissima gestione del fenomeno".

La presenza di detenuti a Lecce ormai ha superato quota 1.450. Negli ultimi tre anni, 50 Poliziotti sono andati in pensione e non sono stati mai sostituiti; altri 10 invece, sono ancora impiegati per la sorveglianza ai varchi del Tribunale piuttosto che, in questa particolare situazione, in compiti istituzionali demandati al Corpo. Ci sono oltre 140 assenti per malattia dovuti spesso a turni di lavoro che superano anche le 10 ore di servizio, Sovraffollamento e carenza di organico sono un mix terribile e nessuno sembra rendersene conto.

Al di là della sola interrogazione parlamentare promossa dal Sen. Alberto Maritati sulla situazione dell’Istituto di Lecce, nessun’altra iniziativa.
“È ora che ognuno, a tutti i livelli, si assuma le proprie responsabilità! –gridano dalla Cgil- Non si capisce per quale motivo a Lecce arrivino detenuti da tutti gli Istituti d’Italia mentre i provvedimenti di sfollamento non interessano mai il percorso inverso”.

LA SITUAZIONE SANITARIA è ancora più drammatica. Tanti detenuti inviati con estrema urgenza al Pronto Soccorso vengono poi rimandati indietro con la semplice prescrizione di una consulenza ambulatoriale da effettuare previa prenotazione al CUP. L’ASL, al fine di garantire il diritto fondamentale alla salute previsto dall’art.32 della Costituzione Italiana, proprio per le dimensioni dell’Istituto e per l’utenza così numerosa, dovrebbe intervenire secondo la cgil, senza ulteriori ritardi, organizzando all’interno dell’Istituto ambulatori medici con l’impiego di specialisti, in modo da limitare ai casi di vera estrema urgenza l’invio dei detenuti alle strutture sanitarie esterne.

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