Barba scrive al sindaco Venneri: sei un traditore, dimettiti

Il senatore Vincenzo Barba scrive al sindaco di Gallipoli Giuseppe Venneri. Una lunga lettera di addio. Insomma ancora acque agitate a Palazzo Balsamo. Due strade che si dividono e che anzi vanno in senso contrario. Prima del saluto finale però, Barba consiglia al primo cittadino di fare una scelta coraggiosa: «Non sarebbe dignitoso che ti dimettessi e affrontassi poi il giudizio dei cittadini? Allora sì che acquisteresti una onorabilità, dinanzi alla quale, anch’io, da avversario, proverei rispetto.

Non è indecente, indecoroso e amorale che tu, -continua Barba- con i voti carpiti al nostro partito, al Pdl, poni in essere un’azione amministrativa che non ha il supporto ed il sostegno di chi ti ha sostenuto e supportato consentendoti di sedere là dove ora tu siedi? Possibile che tu non abbia più la schiena dritta al punto che ti sembra normale occupare la poltrona che occupi, andando a raccattare ed elemosinare un’alzata di mano a destra e un’alzata di mano a sinistra, non potendo contare più sul tuo partito e su chi ti ha tracciato la strada?».

Il senatore poi definisce rettili striscianti le persone che ora circondano il sindaco della città bella, ormai politicamente isolato.

«Se in un colpo solo hai deciso di fare a meno del partito, del rispetto del nostro Ministro che ti aveva invitato ad un’azione politica più assennata, dei consigli del massimo referente istituzionale della tua città, delle raccomandazioni amichevoli dei nostri consiglieri regionali e provinciali, delle parole sapienti del Presidente del Consiglio Comunale e dell’affetto dei consiglieri del Pdl… se in un sol colpo ti sei messo contro tutto e tutti per portare a termine gli accordi con Italia Navigando… se ti sei richiamato come compagni di merenda perfino quel tal Coppola e quel tal De Marini contro cui abbiamo sempre pensato e parlato.

La tua solitudine te la sei cercata e voluta. Sei fuori strada quando dici che ci sono due Popoli della Libertà. A breve, appena tu e qualche tuo prode Sancho Panza, sarete cacciati dal partito ti risulterà ancor più chiaro che in Consiglio Comunale esiste uno ed un solo Pdl, il nostro. Il tuo gruppo- accozzaglia probabilmente si potrebbe chiamare Forza Abaterusso».

Infine Vincenzo Barba promette battaglia. «I gallipolini vivono l’attesa delle tue dimissioni con la stessa ansia gioiosa con cui, sin dal Giovedì Santo, si attende la Santa Pasqua. L’Amministrazione che stai facendo nascere è come una palma intaccata dal punteruolo rosso, che si consuma lentamente ma inesorabilmente, giorno dopo giorno, e che tra non molto si accartoccerà, piegandosi su se stessa. Io, più sanguignamente, preferisco parlare di tradimento all’ombra di un inciucio».

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