Roma. Vendola abbraccia Fini e Casini. Poco più in là D'Alema

Che la presenza del governatore di Puglia nella capitale non potesse passare inosservata, soprattutto in questi giorni, dopo la sua autocandidatura alle primarie del Pd per le politiche 2013, è scontato. Quasi una star nel Transatlantico di Montecitorio. Alla Camera dei Deputati il presidente pugliese ha ricevuto l'abbraccio e le strette di mano da parlamentari di entrambi gli schieramenti e da Pier Ferdinando Casini e Gianfranco Fini.

E’ entrato in Transatlantico, assieme a Franco Giordano, il governatore della Puglia: ha incrociato Enrico Letta, con cui si è intrattenuto per circa cinque minuti ed ha ricevuto l'abbraccio di Pino Pisicchio, capogruppo dell'Api e già candidato come sindaco di Bari.
Si è poi avvicinato Casini, che ha preso sottobraccio Vendola portandolo un pò in disparte per parlarci. Dopo poco è stato Franco Giordano a scortare un sorridente Fini che ha abbracciato Vendola: «è il nuovo Centro» ha commentato sorridendo Casini; «è il governo non delle larghe ma delle larghissime intese» ha scherzato Benedetto Della Vedova.

Fini, Casini e Vendola. A pochi passi Massimo D'Alema stava chiacchierando con Paolo Bonaiuti e Osvaldo Napoli.
Il governatore va avanti sulla propria strada e ribadisce il progetto che ha in mente: «Io voglio sparigliare i giochi della vecchia politica, per i quali ciascuno deve coltivare il proprio orticello e il centro sinistra vive una contraddizione paradossale: nel momento in cui tracolla Berlusconi e il berlusconismo, non avanza una prospettiva chiara e forte di alternativa».

Mentre a Roma Vendola sondava il terreno politico in Puglia l’atmosfera era diversa. «È chiaro che c'è qualche preoccupazione data dal fatto che, è sotto gli occhi di tutti, l'agenda del presidente in questo momento è fortemente occupata dal suo progetto di carattere nazionale». Lo ha detto il presidente di Confindustria Bari e Bat, Alessandro Laterza. Per l'editore Laterza «non c'è nulla da ridire» sul progetto di Vendola «salvo che questo poi non corrisponda a una minore attenzione nei confronti della Puglia».

«L'autocandidatura di Nichi Vendola ci preoccupa davvero». Lo afferma in una nota Margherita Mastromauro, deputata pugliese del Partito Democratico, che chiede al governatore di «spiegare la sua decisione, ai pugliesi innanzitutto, ma anche agli alleati». «Per chi lo ha sostenuto con grande convinzione - afferma - è difficile accettare l'idea che Vendola lasci il governo della Puglia in mano ad altri per fare campagna elettorale in giro per l'Italia. Non è possibile conciliare i due impegni».

Dai banchi della sua maggioranza interviene Guglielmo Minervini che considera la candidatura di Nichi Vendola una brezza che spira sulle acque del centrosinistra, le smuovono e le ossigenano. «Ne abbiamo bisogno per accelerare la fine del berlusconismo –scrive sulla bacheca del suo profilo su facebook- c’è, tuttavia, un dettaglio da non trascurare. Nichi farebbe bene a pronunciare parole chiare sul rapporto con la Puglia.

Il suo punto di forza finora è stato il buon governo, che ha conferito alle parole la densità dei fatti. Se la candidatura di Nichi Vendola dovesse prescindere dalla Puglia, farebbe male a se stessa. E si omologherebbe a tutte quelle leadership che si sono imposte per le ragioni della politica piuttosto che del buon governo».

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