Conoscete il "Giardino Ammirato"?

Una città come Lecce può stupirti al primo sguardo, ma anche se ci vivi da tutta la vita. Ogni quartiere, ogni viale, ogni svolta rivela un microcosmo o un particolare che prima non avevi notato e che sembra il tassello di un mosaico in continua evoluzione. A volte si tratta di un cambiamento impercettibile, oppure di una metamorfosi eclatante eppure per certi versi invisibile o ignorata dai cittadini leccesi.

Se capiti dalle parti dell'Ammirato Culture House, all'incrocio di Via di Pettorano, non puoi non farci caso: il parchetto che circonda la residenza artistica, dove da tempo è in atto il confronto tra creativi, si sta letteralmente trasformando da semplice luogo parzialmente verde (a ridosso dei nuovi palazzi sorti negli anni e caratterizzati da un gusto architettonico che stride con le linee dell'Ammirato) a giardino di tutti, dotato di strutture lignee appositamente pensate dagli architetti del Collettivo Orizzontale di Roma e presto anche di un Forno comune al quale stanno lavorando i designer di ConstructLab Parigi/Berlino.

E questa straordinaria occasione di condivisione e reinvenzione degli spazi pubblici, sebbene abbia come obbiettivo finale la vita culturale della comunità, sembra quasi essere ignorato dalla città che sciama intorno senza soffermarsi. Fatta eccezione per i residenti del quartiere, infatti, gli spettatori che dai loro balconi e dalle loro case possono agevolmente osservare questo formicaio umano al lavoro per il bene di tutti, Lecce resta sullo sfondo come in una casa in cui gli abitanti non sanno che in giardino c'è una festa. Ed è un'occasione sprecata, un paradosso, qualcosa su cui riflettere.

Visitare il giardino in queste ore, infatti, significa vivere l'atmosfera tipica del cantiere, il sound dei martelli e dei trapani all'opera, i colori che iniziano a stratificarsi mentre i totem progettati dall'architetto Giuseppe Grant rivestono le panchine del Giardino, la terra mescolata ai cocci di terracotta donati da quanti stanno contribuendo alla realizzazione del Forno, anche grazie ai ragazzi dello SPRAR il Salento Accoglie, gestito dall'Associazione G.U.S. Gruppo Umana Solidarietà. Ma da dove nasce questa idea virtuosa?

Free Home University, è il progetto pedagogico-artistico co-curato da Alessandra Pomarico in collaborazione e con il supporto di Musagetes (Canada), giunto alla sua terza edizione negli spazi di Ammirato Culture House con due sessioni di lavoro, iniziate a maggio e in programma sino a luglio, con un folto gruppo di partecipanti in arrivo da tutto il mondo e tante realtà associative e culturali locali.
Il progetto FHU, sviluppato in collaborazione con artisti e pensatori internazionali, nasce dal bisogno di produrre e condividere saperi attraverso l’esperienza di vita in comune. La sessione primaverile si concluderà il 4 giugno ed è guidata dal collettivo di architetti-designer costruttori Constructlab. Con il motto di “E facciamolo, un giardino!” il gruppo si propone di ripensare il parchetto pubblico adiacente alla sede di Ammirato Culture House e parte integrante del disegno storico della struttura che versava in stato di incuria. Dopo tre mesi di ricerca in situ condotta da Carla Rangel (Costructlab) il gruppo è giunto alla comprensione della dimensione sociale del giardino in relazione all’ecosistema territoriale.

L’intervento architettonico proposto è un dispositivo finalizzato all’accoglienza di proposte diverse e al tempo stesso un cantiere mobile per l’apprendistato, una scuola a cielo aperto e una piattaforma che ospita una prima serie di workshop e laboratori, attività per bambini, incontri di lettura e story telling, libreria di strada, musica, teatro, letteratura, un cinema e una scuola di disegno all’aperto, un queer cafe’ è molto altro saranno l’occasione per ritrovarsi a fare e stare insieme. Se non lo conoscete, scopritelo e lasciatevi stupire da questa realtà nel cuore della città.

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