Cosa succede se per un giorno, uno solo, questo osservatorio allarga gli orizzonti e si stacca dalla prospettiva prettamente salentina che ci sta tanto a cuore? E’ che proprio non ci riesco a non parlare di Sanremo. Mi sembra proprio difficilissimo in questi giorni far finta di nulla di fronte ad un evento così “social-mente monopolizzante”.
La mia vita online dalla prima serata di Festival della Canzone italiana è stata su per giù questa: apro Facebook e si parla del vestito di Emma e della canzone de “Il Volo”, si commenta l’abbronzatura del conduttore, si snobba, si apprezza, si discute sui super-ospiti. Apro Twitter ed è un continuo di frasi, battute e tweet al vetriolo sull’evento che monopolizza l’attenzione anche di chi nazional-popolare non è, e poi apro Instagram, infine, e vado nella sezione “Segui già” che tutti i miei amici hanno almeno messo un Mi piace alla foto di un artista a caso, chessò.. tal Lorenzo Fragola. Compresa io, ovviamente. Ma non a Fragola.
Il Festival di Sanremo è riuscito, nel corso degli anni, a fare il boom per quanto riguarda le interazioni sui principali social network. E questo, per una volta, succede a prescindere dall’abilità di chi gestisce i vari profili. Il Festival di Sanremo è social già da sé. Potrebbe anche mancare chi manovra il tutto, i social media strategist di turno, per intenderci, tanto se ne parla lo stesso.
E’ un fenomeno strano, che mette in discussione molte delle certezze che mi appartengono ma che fa spaziare chi con i social ci lavora verso nuove prospettive e nuove visioni. Viene da pensare che a volte se l’evento è talmente forte, quasi non c’è bisogno di un bell’account curato, un canale Youtube aggiornato, un profilo Twitter ben organizzato.
Ma poi torno indietro e immagino un evento così importante senza tutto questo. Immagino che tutti ne parlano e che poi, al tirare delle somme, non ci sia una pagina ufficiale, un sito ben organizzato e un live twitting che tiene compagnia ogni sera. Non può succedere. E’ incredibilmente fuori dal tempo ormai. E allora per questo credo che questa riflessione possa essere illuminante a partire dalle grandi cose fino a raggiungere quelle più piccole. Per questo mi viene automatico pensare ad un evento come la Focara, infinitamente più piccolo eppure così simile. La Focara di Novoli ha viaggiato da sé, tutti hanno scritto, commentato e fotografato, eppure un account Facebook come quello della Fondazione Focara di Novoli è servito. E’ stato un punto di riferimento. Ha dato le informazioni giuste sugli orari, sugli spostamenti dei salentini, sugli eventi. E quindi si, penso che i Direttori d’Orchestra, come la nostra leccesissima Carolina Bubbico che quest’anno sarà proprio all’Ariston per dirigere l’orchestra (ve ne abbiamo parlato qui), sono necessari ovunque, anche nel mare magnum dei social network.